martedì 7 ottobre 2014

L'arte della gioia




Goliarda Sapienza


ET Einaudi, 2014
€ 15,00


 

L'arte della gioia è molto più di un bel libro, è uno di quei libri che non si dimenticano, tale è la forza della protagonista, della storia, della scrittura. È un libro che rimane dentro l'animo di chi lo legge e vi lascia una segno profondo, che è anche  un monito: non avere paura della vita mai, quando ci regala e quando ci toglie.
Tutto ruota intorno a Modesta, che nasce il primo gennaio del 1900, in una famiglia povera e in una Sicilia poverissima. La sua tenacia e la sua intelligenza la porteranno a diventare, attraverso un matrimonio di convenienza, la principessa Brandiforti.
Da “carusa tosta” ad aristocratica colta e raffinata, la vera forza di Modesta è nella consapevolezza di sé, che le dà il coraggio di fare scelte immorali per la morale comune, a lottare per le idee in cui crede fino a pagare di persona, a non rinunciare alla ricerca della verità e a smascherare il vecchio sopratutto quando si veste di nuovo.
Amica generosa e madre affettuosa, nell'amore si fa guidare dal piacere e dalla sua carnalità, rovente come la lava e impetuosa come certe volte è il mare della sua isola.
I suoi cinquant'anni, quando figli e nipoti se ne sono andati, la trovano che guarda avanti, ancora affamata di voglia di vivere.

No, non si può comunicare a nessuno questa gioia piena dell'eccitazione vitale di sfidare il tempo in due, d'essere compagni nel dilatarlo, vivendolo il più intensamente possibile prima che scatti l'ora dell'ultima avventura.

L'arte della gioia è un libro postumo: giaceva da vent'anni abbandonato in una cassapanca e, dopo essere stato rifiutato dai principali editori italiani, venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa nel 1998. Ma solo quando uscì all'estero – in Francia, Germania e Spagna – ottenne il giusto riconoscimento.

Goliarda Sapienza (1924-1996) nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria; sua madre, Maria Giudice, fu la prima donna segretario della Camera del Lavoro di Torino. Dai sedici anni visse a Roma, dove studiò all'Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recitò come attrice di teatro e cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti, Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il filo di mezzogiorno (1969), L'Università di Rebibbia (1983), La certezza del dubbio (1987) e, postumi,  L'arte della gioia (1994) e  i racconti di Destino coatto (2002). Recentissima la pubblicazione di Elogio del bar (2014).
marinella m.

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