Visualizzazione post con etichetta artiste. Mostra tutti i post
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domenica 8 novembre 2015

Domenica 15 novembre, in libreria




Séraphine de Senlis
Artista senza rivali

Domenica 15 novembre 2015, ore 17.00

Conferenza di Katia Ricci, storica dell’arte, con proiezione d’immagini
Introduce Milly Mazzei





Con un’appassionata e amorevole lettura delle immagini di molte opere, Katia Ricci ricostruisce l’origine della presenza vitale e potente della natura nei quadri di Séraphine de Senlis (1864-1942), ne insegue la sensibilità e i turbamenti. Katia immagina l'infanzia dell'artista, delinea il contesto in cui visse, si interroga sulla spinta a dipingere che considera di natura spirituale. «L’arte era un modo per esprimere i colori della sua anima, la propria necessità. Dipingere per essere».

 
Ingresso gratuito fino a un massimo di 50 persone, prenotazione obbligatoria.
Ai soci Coop sarà applicato lo sconto su tutte le pubblicazioni esposte in libreria.

Info e prenotazioni
055 240384
eventi.libreriadonne@gmail.com

venerdì 23 ottobre 2015

Séraphine de Senlis



Katia Ricci

Séraphine de Senlis
artista senza rivali

Tufani 2015
€ 14,00

 
Séraphine de Senlis: artista senza rivali è il nuovo saggio (Luciana Tufani editrice) di Katia Ricci, storica dell’arte, appassionata nella ricerca della specificità femminile nelle arti visive e nella vita. “Che cosa desidero vedere che esprima qualcosa del suo e del mio essere donna?”, si chiede Katia, e questo approccio la porta a scrutare e a dare significati a dettagli che magari sfuggono a una lettura “oggettiva“ e comunque mettono in moto la sua soggettività.
Indagando l’interazione arte-vita, dopo l’impressionista Mary Cassatt, un’americana a Parigi, la donna che guarda, e l’inno alla bellezza delle splendide guache, sopravvissute allo sterminio nazista, di Charlotte Salomon, Katia Ricci ci fa conoscere, accompagnate da 48 belle immagini, le straordinarie e inquietanti opere pittoriche di Séraphine Luis (1864-1942). Una donna povera, orfana, non istruita, allevata in un convento di suore, poi domestica nelle case signorili di un piccolo paese della Francia settentrionale, Senlis, artista autodidatta, consapevole del suo essere artista e desiderosa di affermazione, che si autodefinisce mallard, senza rivali.
A dispetto dell’aspetto rozzo, goffo e trasandato, Séraphine ha dentro di sé sensibilità, gentilezza d’animo ed uno straordinario afflato con la natura della quale sa cogliere i fruscii, i sussurri, il farsi e il disfarsi, che sente di dovere esprimere sulla tela. La forma pittorica è insolita, non prospettica e verosimigliante, ma originale, con una sintassi tutta sua.
Chi le ha dato questo compito? Séraphine afferma: La Vergine Maria e gli angeli del cielo.
I compaesani e i datori di lavoro la deridono ma Séraphine prosegue, ispirata e consapevole, apponendo la sua firma a tutti suoi lavori fino al 1936, anno in cui fu tradotta in  manicomio. Da allora non dipinse più perché, diceva Séraphine, l’arte ha bisogno di libertà.
Commenta Katia Ricci: “L’arte era in realtà un modo per esprimere i colori della sua anima, la propria necessità, il proprio essere.”
Il desiderio che le viene dal profondo di esprimere questo suo mondo interiore visionario, nutrito dalla sua ispirazione, ma probabilmente non ignaro dei fermenti culturali e artistici di cui apprendeva ascoltando conversazioni o leggendo frammenti di giornali, la induce a grandi sacrifici, anche a privarsi del cibo, per procurarsi i materiali per dipingere, tele e colori costosi, che poi impasta con olio delle lampade votive, sottratto di nascosto, fango, erbe selvatiche e sangue animale, in un miscuglio noto solo a lei, con un effetto cromatico inconsueto.
Fiori, frutta, piante, alberi, sono i soggetti rappresentati da Séraphine, ma i colori sono insoliti e le forme, non decorative e facili, non naturalistiche, Natura Morta che non corrisponde in natura. Questo induce Katia a soffermarsi, nel cap. V, in una interessante riflessione sul “genere”, riprendendone l’origine dal fiammingo Still-leven, Vita immobile, e sul tempo in cui fiorisce, alla fine del rinascimento, con le prime crepe della visione antropocentrica, simboleggiata dall’uomo leonardesco. “Da allora, le donne ne approfittarono per esprimere una propria visione delle cose.”
Il percorso di Séraphine, scoperta da un importante mercante d’arte, critico e mecenate, Wilhelm Uhde, tedesco, ebreo ed omosessuale, la porta, sia pur con alterne vicende per il sopraggiungere della prima guerra mondiale, alla notorietà, al successo, all’agio.
“Fu questo a peggiorare il suo equilibrio mentale? Ad esagerare il suo disagio interiore? C’è un legame tra creatività e malattia mentale?” Arte e Psicosi è il capitolo (cap. II) in cui viene evocato il legame tra genio e follia ( in specie quella delle donne, da sempre marchiate come pazze se non rispondenti ai canoni maschili imposti), seguendo un filo che ha interessato molti studiosi, in particolare del '900, e, leggendo le opere di Séraphine, Katia commenta: “l’artista riesce a trasformare la rappresentazione di una pianta in un vivente perturbante senza differenze tra il mondo vegetale e il mondo animale: foglie come teste di uccello, bruchi come foglie, alberi che suggeriscono una visione apocalittica”.
In una lettera dal manicomio, descrivendo il suo tormento, Séraphine confida: “Bisogna che io dipinga, bisogna che metta fuori tutto ciò che è nascosto, là nella testa, alla punta delle dita, nella pancia, dove ciò fa sempre male. Bisogna donare la nascita… far nascere… Ecco perché io dipingo vasi sempre così grossi: Sono come dei ventri gravidi… Bisogna che i vasi abbiano grosse sporgenze, come una donna incinta…”. Sono le parole che Katia riprende e interpreta come una possibile chiave di lettura per comprendere il senso profondo di tutta la sua fantasmagorica e quasi caleidoscopica opera pittorica.
Un tuffo inquietante nell’animo femminile che Katia magistralmente ci aiuta a compiere per aiutarci a riemergere attraverso i flutti torbidi delle nostre vite. Un saggio ed una artista da scoprire.
Anna Potito

venerdì 5 giugno 2015

Artemisia



Anna Banti

SE 2015
€ 22,00





 Per quante forme, per quanti modi diversi possa esprimersi il dolore di una intattezza violata, Artemisia me lo fa intendere in quest’aria di sacrificio e di pericolo che fomenta, con i rimpianti di tutti, il suo rimpianto di risuscitata invano. La nostra povera libertà si lega all’umile libertà di una vergine che nel milleseicentoundici non ha se non quella del proprio corpo integro e non può capacitarsi in eterno di averla perduta. Per tutta la vita essa si adoprò a sostituirla con un’altra, più alta e più forte, ma il rimpianto di quell’unica restò: mi pareva, con quei fogli scritti, d’averlo quietato. Ora ritorna più intenso che mai, con un moto di relitto che appare e dispare sull’onda che lo porta, e, a momenti, sembra che l’acqua limpida l’abbia digerito. Scottata mille volte al bruciore dell’offesa, mille volte Artemisia si fa indietro e prende fiato per lanciarsi di nuovo nel fuoco. Così usava un tempo, così usa oggi con me.

giovedì 26 aprile 2012

Il letto di Frida




Slavenka Drakulić

La Tartaruga 2011
€ 15,30




Frida, ormai arrivata alla fine, ripensa a tutta la sua vita sfortunata e dolorosa. Pensa alla malattia che le ha insegnato come sopportare il dolore. Pensa all’incidente e tutte le cicatrici che ha lasciato. Ma soprattutto pensa alle persone che le sono state care, che le sono state vicine e l’hanno tradita. Suo padre, anche lui affetto da una malattia, che voleva una vita migliore per lei. Sua madre, molto cattolica, che le ha insegnato come nascondere la vergogna. Il suo primo fidanzato, che se n’è andato quando ha capito che sarebbe rimasta invalida. Suo marito, che l’amava, ma la tradiva con le sue modelle. Sua sorella, che le sta vicino fina alla fine e che però ha commesso il tradimento più grave.
L’unica costante positiva nella vita di Frida è la sua passione per la pittura. Attraverso la sua arte riesce a figurare il dolore che non riesce a esprimere con le parole.
…Mi ricordai che il rosso è allo stesso tempo il colore della vita e della morte. […] Se mai avessi dipinto il quadro rappresentante l’incidente, avrei utilizzato quei due colori. Ma quel quadro è l’unico che non ho mai dipinto, anche se tutti gli altri derivano da questo non dipinto…
manu

mercoledì 12 ottobre 2011

La Divina a Firenze


Il 16 ottobre, alle ore17.00, alla Libreria delle donne di Firenze, Conferenza “Eleonora Duse, la Divina a Firenze” con proiezione di materiale iconografico.
Isabella Barlozzetti illustrerà lo speciale legame della grande attrice Eleonora Duse con Firenze, dal tormentato amore con il poeta Gabriele d’Annunzio vissuto sullo sfondo delle colline di Settignano agli spettacoli creati sui palcoscenici fiorentini e rimasti memorabili nella storia teatrale del Novecento.

L'ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria.
Ai soci Coop sarà applicato lo sconto su tutte le pubblicazioni esposte in libreria.
L'iniziativa è promossa, con la Cooperativa delle Donne (coordina Milly Mazzei), dall'Associazione Le Gocce (associazionelegocce@alice.it).

mercoledì 21 settembre 2011

Artemisia



La prima antologica italiana dedicata ad Artemisia Gentileschi, grande artista e protagonista del Seicento europeo. La rassegna, curata da Roberto Contini, dà spazio non solo ai suoi quadri da camera, ma a tutta la sua produzione artistica con circa 40 opere esposte. La scenografia e l'allestimento sono a cura di Emma Dante.

Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano
Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30
Ingresso € 9,00
Inagurazione il 21 settembre (ore 19, a inviti); la mostra è aperta fino al 29 gennaio

giovedì 18 novembre 2010

Sabato 20, in libreria






Sabato 20 novembre alle ore 18.00, alla Libreria delle donne, inaurazione della mostra di Cecilia Falciai Vernissage a tratti: una selezione dei lavori realizzati nell'ultimo anno dalla giovane artista fiorentina.

martedì 19 ottobre 2010

Just kids




Patti Smith


Feltrinelli 2010
€ 19,00




Estate del 1967: Patti Smith arriva a New York senza soldi ma piena di speranze. Dal primo momento in cui incontra Robert Mapplethorpe nasce la scintilla che segna l’inizio della genesi di due artisti.
Da allora saranno amanti, amici e compagni, divideranno l’unico pasto quotidiano, lo stesso letto (singolo), si giureranno reciproco sostegno fino al raggiungimento della loro realizzazione artistica che un giorno arriverà per entrambi, grazie anche alla stima reciproca e al loro entusiasmo.
Semplice, intenso ed emozionante il rapporto tra loro, suggestive le foto che ritraggono tutto il percorso che parte dal primo ritratto insieme, che è poi quello di copertina scattato durante una gita a Coney Island.
Un po’ storia d’amore e un po' elegia, questo libro è un omaggio al suo compagno e amico di tutta la vita ed esaudisce la promessa a lui fatta di mantenere memoria della loro avventura amorosa e artistica.
Sullo sfondo, la New York underground degli anni Settanta, coi suoi riti, i suoi locali di culto, i personaggi che diventeranno riferimento necessario per le generazioni successive, da Andy Warhol a Janis Joplin, da Jimi Hendrix a Bob Dylan. Ma soprattutto una dedica ai poeti della beat generation che hanno dato fuoco alla parola e motore potente alla sua musica che dalla poesia ha origine.
Da gustare lentamente perché poi sappiamo che finisce. E come.
calvina

venerdì 5 febbraio 2010

La passione di Artemisia





Susan Vreeland


Neri Pozza 2002
€ 16,50



Un giorno dipinsi due rughe verticali tra le sopracciglia di Giuditta, come aveva fatto Caravaggio, a dimostrazione che per Giuditta era stato difficile uccidere. Il giorno seguente, in tribunale, Agostino mi lanciò un’occhiata minacciosa, perché sapevo che era un assassino, e quel pomeriggio, tornata a casa, cancellai le rughe.
Volevo dare a Oloferne, nell’istante in cui aveva capito che stava per morire, la stessa espressione che aveva avuto Agostino quando lo avevo chiamato assassino.

Allieva del padre Orazio, Artemisia Gentileschi fu una pittrice di grande talento, una tra le poche protagoniste femminili della storia dell’arte europea, la prima donna che riuscì a entrare nella paludata Accademia delle belle arti. Nel 1612, a 15 anni, fu più volte oggetto di violenza carnale da parte del pittore Agostino Tassi, amico e collaboratore del padre. Fu il primo caso di stupro cui fece seguito un processo, per il quale tuttavia Artemisia dovette sottoporsi a torture e umiliazioni. Tassi scontò otto mesi in prigione e alla fine il caso fu archiviato. Artemisia dovette sposarsi e cambiare città – da Roma si trasferì a Firenze –, per lasciarsi alle spalle la vicenda dello stupro, dalla quale, forse, trasse in parte la forza e l’intraprendenza per costruire la propria carriera di pittrice.
In questo romanzo Susan Vreeland interpreta la vita avventurosa della pittrice attraverso le lettere e i documenti di archivio, ma soprattutto attraverso la sua immaginazione viva e uno sguardo sensibile alle sfumature della donna e dell’artista, che, costretta a vivere in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la propria arte e a difendere la propria libertà. Non è un caso che Artemisia sia stata riscoperta negli anni ’70, divenendo presto un simbolo dell’emancipazione femminile.
Per chi volesse approfondire la conoscenza di Artemisia Gentileschi, oltre alle introvabili Lettere precedute da «Atti di un processo per stupro» (Abscondita 2004), suggerisco altre letture: il romanzo intenso ma rigoroso scritto da Anna Banti, narratrice e storica dell’arte che fa riaffiorare dalla memoria le vicende dell’artista sullo sfondo autobiografico del dopoguerra (Artemisia, Bompiani 1947 e segg.); un altro romanzo, frutto del lavoro della scrittrice francese Alexandra Lapierre, che ripercorre la vita della pittrice ispirandosi a fonti manoscritte e a riferimenti letterari (Artemisia, Mondadori 1999); infine, la biografia curata da Tiziana Agnati e Francesca Torres, con estratti degli «Atti del processo» in appendice, che presenta Artemisia come un’artista dello stesso valore di Caravaggio, Lorenzo Lotto, Rubens (Artemisia Gentileschi. La pittura della passione, Selene 2008).
C.L.

giovedì 12 novembre 2009

La recherche di Caroline Gallois


Memoria, Trama, Caos, Danza. Queste parole chiave ci aiutano a comprendere il mondo artistico e interiore di Caroline Gallois. Il suo percorso artistico è specchio fedele della sua condizione esistenziale: una danza nella memoria e nel presente che cerca di ricomporre la tela sbrecciata dell’esistenza, di afferrare frammenti della realtà percepita per sottrarli al caos indistinto...

Sabato 14 novembre alle ore 18, presso la Libreria delle donne di Firenze, l'inaugurazione della mostra. L'esposizione si protrarrà fino al 6 gennaio 2010.
Per saperne di più su Caroline Gallois e la sua opera, clicca qui.