Antonietta Pastore
Einaudi 2016
€ 16,50
È il 6 agosto 1945 quando tre B29 americani attraversano a tutta velocità il cielo di Hiroshima.
La terra trema e in cielo, preceduta da un bagliore accecante, si alza una nube nera simile a un enorme fungo. In quel momento Yuriko cerca di raggiungere l'ufficio postale che si trova al lato opposto della città, ma anche in quel punto le case si disintegrano, e chi, come lei, non rimane sotto le macerie, si trova ricoperto da una polvere nera.
Anche sull'isola di Etajima, dove la ragazza abita con i genitori e dove fortunosamente riesce a tornare, giunge il boato di quello che sembrava sulle prime un terremoto, e la stessa polvere, portata dal vento, forma come una leggera patina sul terreno.
Yuriko, che ha poco più di vent'anni, è da poco sposata con Yoshi, un giovane ufficiale della marina giapponese del quale da tempo non ha notizie. Il loro è stato un matrimonio d'amore, ma i due ragazzi appartengono a due famiglie di diversa estrazione sociale; lei è figlia di agricoltori mentre lui è figlio di un alto funzionario del governo discendente di samurai.
Sono la contingenza della guerra e l'imminente partenza di Yoshi che consentono la loro unione perché in tempo di pace un matrimonio tra membri di due così diversi ceti sociali non sarebbe mai stato celebrato.
Yoshi, quasi miracolosamente, si salva e torna dalla sua amata Yuriko sull'isola di Etajima, ma non è più lo stesso uomo. Nel giro di pochi mesi la coppia giunge al divorzio.
La prima bomba atomica provocò la distruzione del 98% degli edifici di Hiroshima e fece circa 70.000 morti, ai quali vanno aggiunti coloro che, anche superficialmente colpiti dalle radiazioni, continuarono a morire per molti anni ancora.
Attraverso la storia di Yuriko ... spero di aver dato voce anche a quelle donne – di Etajima, di Hiroshima o di altrove – che sono state doppiamente vittime, ma di cui "si è sempre evitato di parlare".
Antonietta Pastore è traduttrice dal giapponese di Murakami Haruki, Natsume Soseki e Kawakami Hiromi. È autrice di Nel Giappone delle donne (2004) e Leggero il passo sui tatami (2010).
marinella m.