Gilbert Sinoué
Neri Pozza, 2011
€ 17,00
Il 24 aprile 1915, per ordine del Ministro dell’Interno e del Ministro della Guerra del governo turco, scattò l’operazione di polizia che avrebbe portato in poco tempo al genocidio del popolo armeno.
Nel giro di un mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono “trasferiti” verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada.
L’operazione proseguì nei giorni seguenti con arresti e deportazioni compiute in massima parte dal movimento dei «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero più di un milione persone, centinaia di migliaia di donne, bambini, vecchi morirono per fame, malattia, sfinimento o trucidati nei modi più violenti e ripugnanti.
Per la prima volta in una missiva dell’allora ambasciatore americano Henry Morgenthau al governo turco viene usata, in riferimento alla deportazione degli armeni, l’espressione “crimine contro l’umanità”, che indica l’impiego di armi che “aggravino inutilmente le sofferenze di individui non atti a combattere o rendano la loro morte inevitabile”.
Nel suo libro, Gilbert Sinoué ripercorre le tappe di questo misfatto intrecciando le vicende della famiglia Tomassian a quelle di personaggi realmente esistiti come il poeta Daniel Varujan, il parlamentare Armen Garo, il rivoluzionario Soghomon Tehlirian, portando noi che leggiamo nel vivo del dramma che si consumò in terra di Anatolia.
Charles Aznavour nella prefazione e Antonia Arslan nella postfazione ci ricordano ancora una volta la necessità di non dimenticare, ed è quello che noi cerchiamo di fare.
Gilbert Sinoué è nato nel 1947 in Egitto da madre francese e padre egiziano. Dal 1965 vive a Parigi.
In Italia ha pubblicato, tra gli altri, Il libro di zaffiro, Il ragazzo di Bruges, La via per Isfahan, I giorni e le notti, Il silenzio di Dio.
marinella m.
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