sabato 10 luglio 2010

La cripta d’inverno



Anne Michaels


Giunti 2009
€ 14,50




…«Puoi accompagnarmi a casa», disse Jean.
«Sì, certo», disse Avery, con una fitta di sconforto perché lei voleva andarsene così presto. «Dove abiti?»
«A circa quattro ore da qui…».
…Già aveva deciso di non insistere, di non costringerla ad aprirsi, e non prenderle quello che non era suo; era disposto ad aspettare a lungo che lei gli parlasse di sé.
…Non la lasciava andare, e lentamente Jean sentì che il proprio desiderio non era separato da quello di lui. La lenta, impossibile resa a ciò che era vero. Lui non la lasciava andare, e in quella unione, la sua confessione di solitudine era altrettanto vicina all’amore di tutto quello che fino ad allora era successo tra loro; tanto vicina quant’è l’amore alla paura dell’amore.

Jean e Avery. Lungo le rive del San Lorenzo abbandonato, l’incontro: lui giovane ingegnere, lei appassionata di botanica in cerca di piante da registrare, un legame mentale che dava loro un piacere quasi devastante. Dopo un po’ di tempo Avery riceve l’incarico di lavorare allo smantellamento e alla ricostruzione dei templi egizi dopo le inondazioni dell’Alta Diga di Assuan. Ancora un fiume, l’eternità del Nilo e il deserto, due immensità distinte, testimoni del loro allontanamento. In Jean i resti di due fiumi, indegnità e lacerazioni: l’acqua e la morte, l’impotenza e il lutto. Avery in disparte davanti alla sofferenza di Jean.
Tornano in Canada. Jean incontra Lucjan, artista polacco che le stravolge la vita, una diversa inondazione, la vulnerabilità della pelle tra di loro. Questa volta il passaggio inverso, dalla demolizione alla costruzione.
Ultimo atto. Non per cancellare, ma per lavare via.

A.T.

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