sabato 28 febbraio 2015

Da nessuna parte



Yasmina Reza

Archinto, 2012
€  12,00





Come un album di fotografie nel quale mettiamo a fuoco piccoli dettagli, così in queste pagine rivisitiamo insieme a Yasmina alcuni momenti della sua vita: il primo giorno che suo figlio andando a scuola non si volta più a salutarla alla finestra, quel pomeriggio che la sua amica è felice dell’acquisto di un maglione nero che le sta una meraviglia, lei che si riconosce bambina/marionetta elettrificata  in un vecchio filmino 8 mm in cui suo padre la sta riprendendo.
Certi eventi, certi esseri sono come i paesaggi. Possiamo coglierli (o ricordarcene) soltanto passando, di sfuggita. Eppure esercitano un’influenza radicale su tutto quanto viene formulato, sono la materia stessa della scrittura.
Yasmina non ha nessun luogo che la lega al passato, alle sue radici. Ma del passato avvertiamo la vibrazione in questi momenti fissati nel tempo, immagini nei suoi occhi che fanno apparire quello che non può più tornare.

calvina

martedì 24 febbraio 2015

Vergine giurata


 

Elvira Dones

Feltrinelli 2009
€ 7,50




Hana non ha avuto una vita semplice. Nata e cresciuta nelle montagne maledette, in Albania, ha dovuto sottomettersi alle regole dei montanari, alla sua religione, che per giunta era stata vietata dallo stato, e soprattutto all’importanza dell’onore della famiglia. Ed è proprio per colpa dell’onore che Hana alla tenera età di 20 anni deve cambiare radicalmente la sua vita.
I genitori di Hana sono morti in un incidente d’auto quando lei era piccola e sua zia, che da quel momento si era presa cura di lei, muore improvvisamente . Quando anche suo zio sta per andarsene a causa di un cancro alla gola, Hana, rimasta l’ultima della famiglia, è la sola che può portare avanti l’onore della famiglia. Invece di sposarsi il più velocemente possibile, decide di rendere orgoglioso e felice suo zio negli ultimi momenti della sua vita e diventa un uomo, Mark.
14 anni dopo Mark fugge negli Stati Uniti. Trova un lavoro, compra un appartamentino e con tanta pazienza e non senza problemi risveglia Hana.

Lo prevede il Kanun, la raccolta di leggi consuetudinarie dell’Albania del Nord: una donna può diventare uomo, rinunciando per sempre alla femminilità, se lo vuole, o se il capofamiglia le assegna questo ruolo. Sono perciò una Vergine giurata. Ci chiamano così.

manu

giovedì 19 febbraio 2015

Pitbull

È possibile rieducare un Pit Bull? È possibile reinserire all’interno della cosiddetta società civile un cane che ha vissuto innumerevoli combattimenti, che ha subito ed inferto inenarrabili violenze?
Questo spettacolo nasce da questa controversa questione, lungamente dibattuta da etologi ed animalisti.
Il Pit, il cane da combattimento per eccellenza, per essere preparato al ring, subisce un addestramento infame: “catena e bastone, bastone e catena…” ai quali si aggiunge un massiccio uso di droghe e di stimolanti. Il Pit, perché distrugga il suo avversario, è sottoposto ad un processo di sistematica decostruzione dei limiti e degli argini naturali che ogni animale, compreso l’uomo, ha inscritti nel dna. La violenza diviene così una forza che si autoalimenta, che nutre sé stessa, seguendo una logica distruttiva ed autodistruttiva. Il Pit diviene una molla, “un fascio di muscoli e nervi pronto a scattare contr’a chicchessia”.

In scena a porre il pubblico di fronte al problema della rieducazione del Pit uno scopino della M.O.F.: un lavorante dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario appassionato di cani. L’eco delle sue parole riecheggia tra i muri di cemento armato e si riverbera immediatamente sulla condizione del ricoverato dell’O.p.g., dell’internato del “manicomio criminale” ingabbiato in un canile dove gli si chiede di ritrovare l’equilibrio e di ricostruire quei limiti e quegli argini che egli ha irrimediabilmente perduto. L’O.p.g. è abitato da un popolo di combattenti, che hanno ingaggiato una lotta dura con la vita, che hanno inferto e subito grande sofferenza, ma che alla fine in tutti i casi hanno avuto la peggio.
È così che la domanda di partenza alla fine dello spettacolo risulta ribaltata: è possibile reinserire all'interno della cosiddetta società civile un ricoverato dell’O.p.g.?
La risposta è sì.
Rimane però inevaso un ultimo interrogativo che viene consegnato al pubblico irrisolto: siamo sicuri che il “canile giudiziario” sia il luogo adatto per favorire questo processo? 

Testo di Monica Franzoni e Riccardo Paterlini
Regia di Monica Franzoni

Durata 55 minuti

domenica 8 febbraio 2015

15 febbraio 2015, in libreria



I libri di Elena e Patrizia

Che cosa leggevano bambine e ragazze fiorentine negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.





Conferenza di Elena Giannarelli.
Introduce Milly Mazzei.

Info e prenotazioni 055 5001495.
Orario del servizio prenotazioni
dal lunedì al venerdì ore 9-17
anche sabato 14 febbraio ore 9-17 e domenica 15 febbraio ore 9-12.

La prenotazione è obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili


La foto è di Monica Matteuzzi





martedì 3 febbraio 2015

Lettura e scrittura come cura di sé



Da febbraio, in libreria, la nuova edizione del corso di lettura e scrittura creativa LETTURA E SCRITTURA COME CURA DI SÉ, dedicato a

IL SENTIMENTO DEL TEMPO -  LA LETTERATURA MITTELEUROPEA E LA NOSTRA PERCEZIONE DEL PASSATO

Leggiamo insieme, raccontiamo e scriviamo il nostro rapporto col passato, il tempo come luogo geografico, della memoria e dei nostri valori umani.
A partire da alcuni libri appartenenti a tre diversi momenti della letteratura mitteleuropea, austriaca in particolare, ci confrontiamo con un percorso nel tempo di autori e autrici e nostro personale. Tempo che è anche spesso un luogo geografico e una rielaborazione del nostro modo di stare al mondo e nella società, talvolta idealizzato, ma anche quale riaffermazione di modalità civili  irrinunciabili.
La conduttrice, Maria Letizia Grossi, darà indicazioni di tecnica narrativa, seguendo in particolare un racconto lungo di Joseph Roth nei suoi vari passaggi.  
Il corso si articolerà in 6 incontri settimanali pomeridiani, di 2 h,45’ ciascuno, dalle ore 16,45’, di venerdì, a settimane alterne, presso la Libreria delle Donne di Firenze, via Fiesolana 2 B. Sono previsti, per le persone che non potessero partecipare a qualche incontro o che avessero problemi di venerdì, incontri anche di mercoledì; il corso inizierà venerdì 27 febbraio, il primo mercoledì di recupero sarà il 4 marzo, stesso orario, sempre alla Libreria delle Donne.

Date: VENERDÌ  27 febbraio, 13 e 27 marzo, 10 e 24 aprile, 8 maggio; MERCOLEDÌ  4 e 18 marzo, 1, 15 e 29 aprile, 13 maggio
Informazioni e iscrizioni: +055 0515228 – 349 1864454  e-mail: marialetiziagrossi@gmail.com  

Gli incontri avranno tre finalità, diverse ma convergenti: approfondire le modalità di lettura, svolgere un corso di scrittura (tuttavia le/i partecipanti potranno decidere se scrivere o meno e se leggere al corso i propri scritti), stimolare l’attenzione a sé e agli altri, a partire dai temi toccati e da suggestioni personali di ciascuno.
Saranno proposte letture e analisi di testi, con fotocopie di alcune pagine scelte, da Arthur Schnitzler (Doppio sogno), Joseph Roth (La leggenda del santo bevitore) e Barbara Frischmuth (Inganni e incanti di Sophie Silber). Inoltre saranno brevemente  toccati alcuni aspetti dell’opera di Stefan Zweig e Gregor von Rezzori. La conduttrice introdurrà gli autori e l’autrice e i testi e ne favorirà l’approfondimento tanto formale che relativo alle tematiche emergenti dalle letture. Chi lo desidera potrà scrivere sia su stimoli suggeriti dalla conduttrice sia seguendo scelte personali. La conduttrice seguirà tutti gli scritti con commenti e suggerimenti individuali. Seguirà un giro di parola dei/ delle partecipanti.

lunedì 2 febbraio 2015

Il sacrificio di Éva Izsák



Januaria Piromallo

Chiarelettere 2014
€ 13,60

 




Ti stiamo sacrificando e siamo sicuri che capirari il perché.

Questa è una storia vera. Éva Izsák fu fatta suicidare nell'estate 1944, a diciannove e mezzo, in una foresta d'Ungheria, nei pressi di Debrecen.
Éva è l'ultima di otto figli di una famiglia ebrea di estrazione proletaria.
Alla fine della guerra sono rimasti in vita solo la sorella Maria e il fratello Jeno. Tutti gli altri, il padre Antal, la madre Ezster, e i loro figli Margit, Rozsi, Sari, Sandor e Piri sono gassati ad Auschwitz. Ed Éva, per mano di chi e perché perse la vita?
Maria è più grande di Éva di soli due anni e mezzo, poco più che bambine sono attive nel movimento sionista Hashomer Hatzair per poi passare nella resistenza. Ricercate dalle Croci Frecciate, il partito filonazista che andrà al potere in Ungheria il 15 ottobre 1944, le due sorelle, sempre insieme, devono cambiare sempre più spesso rifugio aiutate da documenti falsi e dai loro più cari amici.
A un certo punto però devono separarsi. Maria andrà a Budapest, mentre Éva, consigliata dal giovane Bela Nadler, innamorato di lei, si fermerà a Nagyvarad presso un gruppo di marxisti, che la ragazza non conosce. Ma non c'è motivo di non fidarsi.
Le due sorelle fanno il viaggio insieme, ed è l'ultima volta che si vedranno.
Capo e ideologo del gruppo è Imre Lipsitz, che dopo qualche anno cambierà il suo nome in Imre Lakatos, diventando l'epistemologo di fama internazione erede del filosofo Karl Popper.
Ora possiamo rispondere in parte alla domanda. Éva, tradita da chi la doveva proggere, fu fatta suicidare su mandato di Lipsitz che affidò il compito materiale di farle bere il cianuro dal compagno chiamato Nyuszi, "coniglio".
La storia di Éva Izsák è stata raccontata all'autrice nel 2006 dal filosofo Imre Toth, che in quell'incontro le consegna anche il diario che Maria Izsák aveva tenuto fin da ragazzina e che gli aveva inviato, accompagnato da una lettera dell'amico psicologo Shlomo Ben-Amnon, che per primo lo aveva letto.
Ci sono voluti sessant'anni per riesumare, sepolta dal silenzio, la storia di Éva Izsák, la cui morte si trova all'incrocio tra la ferocia e gli orrori che l'intelligenza, separata dalla pietas, può partorire.
Un libro la cui lettura provoca un dolore lacerante. Una storia che riafferma, in questo tempo che  ci chiede di correre sempre di più, la necessità di fermarsi a ricordare e riflettere.

Januaria Piromallo, napoletana, è giornalista, blogger e scrittrice. Ha insegnato al Master di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha pubblicato Bella e d'annata (2007) e, con Maria Borrelli, Come pesci nella rete. Trappole, tentacoli e tentazioni del Web (2011).
marinella m.