martedì 29 settembre 2009

Il giardino come spazio interiore




Ruth Amman


Bollati Boringhieri 2008
€ 19,00




Questo libro è per tutte. Per quelle di noi che hanno un fazzoletto di terra e per quelle che non ce l’hanno, perché tutte abbiamo il nostro giardino interiore, da coltivare e curare. Ciò che trasforma un lembo di terra in un giardino è l’impegno costante, la fatica, la passione di chi se ne prende cura. Come avere un giardino, o delle cassette sul terrazzo, o anche un solo vaso sul davanzale della finestra, ci dimostra ogni giorno che le piante, per vivere e crescere, hanno bisogno di essere accudite, così anche il nostro giardino interiore ha bisogno di acqua, di nutrimento, vive dell’amore che dobbiamo avere per noi stesse.
In giardino impariamo a seguire il ritmo delle stagioni, e che ognuna di esse è bella e necessaria. Sappiamo che anche nel silenzio e nel freddo dell’inverno la natura non muore; sotto la terra scura i semi che abbiamo piantato in autunno attendono e in primavera sbocceranno. Lo stesso dovrebbe accadere nel giardino dell’anima, dove ciò che dovremmo imparare ad apprezzare sono tutte le stagioni della nostra vita.
Coltivare i nostri giardini ci regalerà colori, profumi, sensazioni, emozioni, ma anche quiete, riposo, tranquillità.
Ogni giardino è recintato. La recinzione delimita uno spazio che è nostro, che nessuno può invadere o deturpare e che non può, però, farci prigioniere. Ogni giardino ha anche una porta d’accesso: da lì usciremo quando ne avremo desiderio, da lì faremo entrare quelli che amiamo.
Ruth Amman, architetto e psicoanalista junghiana, scrive tutto questo e molto altro, con la soavità ed il trasporto di chi ama la terra ed i suoi doni, le persone e le loro storie.
Un libro da leggere, dove ognuna troverà un piccolo seme da piantare e far germogliare.

marinella m.

domenica 27 settembre 2009

Streghe



La riscossa delle donne d’Italia


Lilli Gruber

Rizzoli 2009
€ 10,80



L’esplorazione di questi ultimi anni è stata appassionante e ho cercato di condividerla con i miei lettori. Nelle strade di Baghdad o nei bazar di Teheran. Nelle sale riunioni del Parlamento europeo o nei pub di Londra. Nei campus americani o nelle università di Ryad. Nelle chiese o nelle moschee. Dappertutto, ho incontrato una metà dell’umanità troppo spesso trascurata: le donne. E sono loro che oggi mi riportano all’Italia. Per rispondere alla domanda “dove siamo finite?” voglio andare a trovare le combattenti di ieri e di oggi. Politiche e imprenditrici, avvocate e intellettuali, e naturalmente anche madri e figlie. Per costruire strategie comuni c’è bisogno di contarsi e incontrarsi, di mettere in comune le idee, di tessere una rete femminile di scambio, dialogo, progetto. Vittime o vincenti, sottomesse o guerrigliere, le donne non possono essere ignorate né ignorarsi tra loro. Questo libro nasce per parlare di loro, e con loro.


Queste le parole introduttive del libro-reportage di Lilli Gruber, dedicato alle donne di oggi e di ieri, a quelle che nel Cinquecento pagavano la propria libertà con la morte sul rogo, come alle femministe che trent’anni fa lottarono per reclamare parità, divorzio, aborto.
Le donne in Italia sono ancora vittime di discriminazione (solo il 46,3% lavora, guadagnando meno di un maschio di pari grado, e quasi sempre non ha le stesse opportunità di carriera), perciò la Gruber intervista alcune donne che sono riuscite ad emergere, per farne conoscere il percorso di emancipazione, i sacrifici e i trionfi (da Rita Levi-Montalcini a Gianna Nannini, a Rossana Rossanda a Luciana Littizzetto a Vittoria Franco), ma anche donne comuni, camioniste, avvocate, donne quotidianamente impegnate nell’eroico, spesso solitario, compito di conciliare lavoro e famiglia. Non manca il punto di vista degli uomini: tra gli intervistati Camillo Ruini, Silvio Berlusconi, Walter Veltroni, Giuliano Ferrara, Massimo D’Alema.
Per chiudere il cerchio e magari cercare consigli ed esempi da seguire, la Gruber si spinge in diversi Paesi europei, tra cui Spagna e Olanda, per incontrare donne potenti e anticonvenzionali (dalla vicepremier spagnola alla prima regista porno inglese).
Le pagine di questo libro, che si legge con passione per la scrittura ironica e sapiente della sua autrice, fanno riflettere sulla nostra condizione di donne in questo secolo e, in particolare nel Bel Paese, dando una bella scossa, e al tempo stesso una speranza, a tutte le donne stanche e sfiduciate. Diventa necessario ricostruire una rete femminile oggi in parte sommersa: donne con diverse fedi politiche, credi religiosi, professioni, vite, devono tornare a parlarsi di quello che veramente serve a tutte quante.

C.L.

giovedì 24 settembre 2009

L’economia delle cose



Elena Varvello


Fandango Tascabili 2008
€ 8,00





Mi sono chiesto dove fosse mia madre, se stesse dormendo o se ne fosse andata davvero, lei sola, se fosse per quello che mio padre era sveglio nel cuore della notte e stava fumando. Se le cose che si erano detti prima l’avessero fatta scappare via. Improvvisamente, ho valutato la possibilità d’essere rimasto solo con mio padre, in quella casa. Era una cosa che non avevo mai preso in considerazione. Lui e io, da soli. Sarebbe stato come una specie di errore nell’economia delle cose, come se il mondo, tutt’a un tratto, avesse preso a girare al contrario
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Elena Varvello, giovane scrittrice e poetessa torinese, racchiude in un libercolo poco più grande di una mano L’economia delle cose. Una madre assiste impotente all’ultima corsa del bob su cui è seduto il figlio; una donna racconta al proprio bambino d’aver udito molti anni prima la voce di Dio; un’altra, in una realtà sospesa tra ricordo e sogno, vede nel presente la propria famiglia violata dall’intrusione di estranei in una notte d’inverno. Nove vite scompaginate dall’imprevisto e legate in modo indissolubile dall’amore, sfondo che prende di volta in volta sembianze diverse, che si trasforma fino a diventare un fatto di ostinazione, come la fede. Un punto di vista, come quello di chi vede forme di animali nelle nuvole. Il lettore si sente trascinato alla scoperta di ogni singolo racconto che rappresenta nella sua assolutezza un piccolo tassello nel complesso disegno della vita.

C.Q.

martedì 22 settembre 2009

Zofia Nalkowska




Senza dimenticare nulla


l'ancora del mediterraneo 2006
€ 10,00




Gli otto racconti di Zofia Nalkowska (1884-1954), pubblicati in Polonia nel 1946, sono stati adottati nelle scuole polacche come testi che narrano episodi realmente accaduti nei campi di concentramento nazisti. Il valore letterario è dato dalla forma di scrittura scarna, essenziale, che turba per la capacità di descrivere l'orrore di ciò che è successo e che può sempre ripetersi.
Furono uomini quelli che ad altri uomini riservarono questo destino.
Dopo la guerra, Zofia Nalkowska partecipò ai lavori della Commissione d'inchiesta sui crimini nazisti in Polonia e su alcuni racconti dei testimoni oculari ha costruito questa raccolta, che rappresenta uno dei vertici della letteratura sulla shoah.

mm

domenica 20 settembre 2009

Malalai Joya a Firenze



A pochi giorni dalle elezioni presidenziali afghane e dal tragico attentato ai militari italiani, è a Firenze Malalai Joya, esponente dell’OPAWC, ex-parlamentare afghana, simbolo della lotta per le donne e per i diritti civili in Afghanistan


martedì 22 settembre 2009, ore 21.00
Chiesa San Carlo dei Barnabiti, via Sant’Agostino 23r, Firenze

Partecipano Fabio Laurenzi, Presidente di COSPE, e Debora Picchi, CISDA (Coordimento italiano sostegno donne afghane)
A seguire il film Enemies of happiness di Eva Mulvad


venerdì 25 settembre 2009, ore 17.00
Consiglio regionale della Toscana, Via Cavour 4, Firenze, Sala Gigli

Partecipano Giuliana Sgrena, giornalista e scrittrice, già inviata del Manifesto in Afghanistan, Alessia Petraglia, Capogruppo di Sinistra Democratica, Bruna Giovannini, Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, Monica Sgherri, Capogruppo di Rifondazione Comunista

giovedì 17 settembre 2009

Carol Ann Duffy



La moglie del mondo


a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti

Le lettere 2002, 2008
€ 14,00



Went to the Zoo.

I said to Him —

Something about that Chimpanzee over there reminds me of you.


Siamo andati allo zoo.

Gli ho detto —

C’è qualcosa in quello scimpanzé che mi fa pensare a te.


Così la signora Darwin liquida il suo famoso marito, nel più breve dei dramatic monologues che compongono La moglie del mondo (The World's Wife, 1999). Mrs Darwin è una delle trenta donne a cui Carol Ann Duffy (Glasgow 1955) dà la parola in questa straordinaria raccolta – donne la cui identità è stata definita esclusivamente in relazione a quella di un uomo e finalmente possono dire la loro. Sono figure della storia, come la moglie di Pilato, Anne Hathaway o Frau Freud; del mito, come Penelope, Circe, Euridice o la moglie del diavolo; della fantasia, come Queen Kong o Mrs Beast.
Come segnalano i curatori nell'Introduzione, Duffy riesce a dare a ciascuna narratrice un suo linguaggio e un suo stile, con il risultato che la raccolta è tematicamente omogenea e allo stesso tempo incredibilmente varia.

a.bu.

mercoledì 16 settembre 2009

Elizabeth Strout




Olive Kitteridge


Fazi 2009
€ 18,500




In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un’insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull’altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un’altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.

Calvina

domenica 13 settembre 2009

Le donne di mio padre




Savyon Liebrecht

e/o 2008

€ 18,00



Quanto lontano si può andare, quanto indietro si deve tornare per ritrovare di noi ciò che intravediamo mancarci, ma che non riusciamo a comprendere?
Meir, scrittore trentenne, è informato dalla madre che suo padre Aharon Rosenberg, che egli aveva creduto morto da ventitré anni, è invece vivo. La notizia, che coglie Meir nel bel mezzo di una crisi creativa, riporta alla luce, lentamente ma inesorabilmente, la sua infanzia, restituendo all’uomo che è oggi, il bambino che è stato. Con il riaffiorare dei ricordi il dolore e la rabbia tornano, ma si sciolgono e Meir può ricominciare a scrivere.
“Sistemò la sedia esattamente al centro del cono di luce e si sentì montare dentro una sensazione di calore, di voglia di vivere, che era al tempo stesso tranquilla, limpida, consapevole della propria forza; gli pulsava nelle vene come sangue nuovo, gli infondeva coraggio, fluiva verso la sua mano e la spingeva a correre sul foglio, riga dopo riga”.
Savyon Liebrecht narra una storia appassionata, alla fine della quale possiamo dire che sì, è doloroso ma necessario ritornare là da dove siamo partiti.

marinella m.

giovedì 10 settembre 2009

Memo

Solo per ricordare che da lunedì 14 la libreria riapre, con i soli orari:

lunedì dalle 15.30 alle 19.30, da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30.

Vi aspettiamo!