lunedì 27 luglio 2009

La capanna sul fiume



Maggie Makepeace


La Tartaruga 2009

€ 17,50




Ma la loro era sempre stata una relazione del tutto platonica, basata sulla compagnia, la fiducia e l'aiuto reciproci, oltre che su una fondata e incrollabile diffidenza nei confronti degli uomini. Pamela era la padrona di casa e un’eclettica benefattrice. Vinny andava al lavoro e partecipava alle spese, cucinava e curava il giardino e si occupava di tutto ciò che di pratico era necessario risolvere in modo da ripagare il suo debito di gratitudine. All’inizio Vinny non ci aveva fatto caso, non si era risentita nemmeno di tanta disparità. Era ebbra di attenzioni, ammaliata da tanta approvazione.Ma erano altri tempi.


Dell’autrice di Troppo tardi tesoro, La Tartaruga (1996, 2002, 2008), un altro romanzo tradotto in italiano che può rallegrare il periodo estivo e alleggerire la calura (è ambientato nella piovosa Inghilterra).
Il ménage delle amiche è sconvolto dall'apparire di Jonathan, ragazzo bizzarro e solitario che vive appartato in una capanna sul fiume per scrivere un libro sull’argomento che più di tutto l’appassiona nella vita: l’acqua. Come è nel suo stile, Makepeace tratteggia con ironia le ansie, le angosce e le ossessioni dei personaggi che descrive e il romanzo ci riserva un finale lieto e rassicurante.

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venerdì 24 luglio 2009

L’Harem e l’Occidente




Fatema Mernissi

Giunti 2000

€12,50



Gli occidentali si sono impadroniti dell'immagine di donna prigioniera e voluttuosamente in attesa del califfo-uomo. E soprattutto passiva. Tutto il contrario di quello che avveniva realmente negli harem, dove le schiave sapevano cantare, ballare, recitare versi. Più erano colte, più avevano la possibilità di diventare le favorite del sultano. Inoltre l'harem non ha nulla a che vedere con il piacere come si pensa in Occidente…

In questi tempi di deriva maschilista, mi piace segnalare un libro divertente e intelligente, pubblicato alcuni anni fa dalla sociologa maghrebina Fatema Mernissi sul tema dell’harem. Fatema ribalta provocatoriamente la condizione del concubinaggio secondo lo stereotipo vagheggiato dall'immaginario degli uomini occidentali – nella letteratura e nella pittura – restituendoci l’immagine dell'harem come di un luogo in cui una donna sapeva mantenere la propria dignità e accrescere la propria personalità.
Fatema riscatta quindi la donna musulmana dalla sua condizione di passività, confrontandola con quella occidentale, che è costretta a vivere un altro tipo di harem, una prigione non fisica ma mentale: l’ossessione per il culto della bellezza e della gioventù. Per non restare invisibile la donna occidentale deve sottostare ai canoni di bellezza stabiliti dagli uomini, dall’industria della moda, deve entrare nella taglia 42, restare giovane nonostante il passare del tempo, esibire un seno prorompente, labbra esplosive, una pelle da eterna adolescente.
Con grande humour, Fatema stravolge i pregiudizi tra uomini e donne, tra occidente e oriente, e ci fa riflettere sul rapporto che noi donne abbiamo col nostro corpo.

C.L.

martedì 21 luglio 2009

La casa della nostalgia


Anna Mitgutsch


La Giuntina 2009


€ 16,00



“Fin da quando Max poteva ricordare, la foto era sempre stata sul comò”. La fotografia è quella della casa, in una cittadina austriaca, della giovinezza della madre di Max, Mira, e della sua famiglia. Tempi bui si annunciano per gli ebrei in Europa, Mira con i figli ed il marito si imbarca per l’America, ma mai si adatterà alla nuova vita: una nostalgia struggente per l’Europa la accompagnerà per tutta la vita, e ne farà una donna melanconica e infelice. Tocca a Max, che pure ama New York dove vive e lavora, realizzare il sogno di sua madre, quello di tornare un giorno nella casa della foto.
Donne e uomini sradicati, identità divise, quando non annientate, intere comunità sparite, con la loro gente ma anche con la loro storia e la loro cultura. Anche questo ha prodotto il nazismo.

marinella m.

domenica 19 luglio 2009

Il trentesimo anno




Ingeborg Bachmann

Adelphi 2006

€ 9,50




Di uno che entra nel suo trentesimo anno non si smetterà di dire che è giovane. … Mai, neanche per un attimo, aveva temuto che il sipario potesse alzarsi come ora sul suo trentesimo anno, che toccasse a lui pronunciare la battuta, che un giorno avrebbe dovuto dimostrare ciò che realmente era capace di pensare e di fare, e confessare di che cosa gli importasse davvero. Non aveva mai pensato che di mille e una possibilità forse già mille erano ormai sfumate e perdute – oppure che sarebbe stato costretto a perderle perché una sola era la sua.


Sette racconti brevi, una sequenza di personaggi e vite tormentate e se stessa. Il linguaggio suggestivo rivela pura poesia in prosa. Le limpide giornate di quando si è bambini, l’esortazione a entrare nella vita. L’arrivo non preannunciato dei trent’anni, l’inizio dei tormenti e la ricerca di fughe impossibili. L’orrore per un figlio, fiduciosamente messo al mondo, perché simile agli uomini in generale. L’addio di Ondina con il suo amore rabbioso e assoluto per tutti gli uomini. Un mondo doloroso, massacrante. Tutti i protagonisti hanno bisogno di dare un senso alla propria esistenza dubbiosa, di una verità di cui nessuno sogna, che nessuno vuole. Un’esistenza continuamente protesa verso una catastrofe, all’ombra di una partenza verso l’assoluto, la fine.
a.t.

mercoledì 15 luglio 2009

Alice Guy



Memorie di una pioniera del cinema


a cura di Monica Dall'Asta

Cineteca di Bologna 2008
€ 10,00



Per me è stato sempre motivo di stupore constatare come le donne abbiano colto finora solo in minima parte la magnifica opportunità che l'arte cinematografica offre loro di raggiungere la fama e la fortuna come produttrici di film. Di tutte le arti, infatti, questa è probabilmente quella in cui le donne possono esprimere nel modo più splendido talenti, che per loro sono tanto più naturali di quanto lo siano per gli uomini e di cui il cinema ha assolutamente bisogno per giungere alla sua perfezione...


Torna in libreria l’autobiografia di Alice Guy (1873­-1968), prima donna regista nella storia del cinema. Entrata alla Gaumont come impiegata, inizia poco dopo la carriera di regista e direttrice di produzione; poi fonda e presiede una compagnia indipendente. È stata responsabile della realizzazione di diverse centinaia di film, molti dei quali da lei stessa diretti o interpretati, ma solo dopo la pubblicazione di questa autobiografia, apparsa postuma nel 1976, ha ottenuto il posto che le spetta tra i grandi del cinema muto.
Il libro contiene anche un saggio critico della curatrice, una ricca appendice documentaria e una filmografia.

lunedì 13 luglio 2009

Arundhati Roy


Quando arrivano le cavallette

Guanda 2009
€ 13.00






Ciò di cui abbiamo bisogno oggi, per la sopravvivenza del pianeta, è un progetto a lungo termine. Possono i governi democratici, la cui stessa sopravvivenza dipende da risultati immediati, dallo sfruttamento a breve scadenza, offrire questo progetto? Non potrebbe darsi che la democrazia, sacra risposta alle nostre speranze e preghiere a breve termine, baluardo delle nostre libertà individuali e nutrice dei nostri sogni più avidi, si riveli uno scacco matto per il genere umano? Non potrebbe darsi che la democrazia abbia tanto successo tra l’umanità moderna proprio perché ne rispecchia la più grande pecca: la miopia? La nostra incapacità di vivere nel presente, e al tempo stesso di guardare molto in là nel futuro, ci rende strani esseri «di mezzo», né bestie né profeti. La nostra intelligenza strabiliante sembra averci privato dell’istinto di sopravvivenza. Saccheggiamo la terra nella speranza di accumulare surplus materiali che compensino quella cosa profonda e indicibile che abbiamo perduto.

domenica 12 luglio 2009

Tina


Pino Cacucci

Feltrinelli 2005
€ 8,00




Non sono stata granché “creativa”, Edward. In media ho eseguito meno di una stampa al mese… e questo per me è terribile. L’assenza di interesse non c’entra. Forse mi manca la disciplina, il potere di controllo sull’esecuzione… A volte, arrivo a pensare che le donne, per ciò che riguarda il lavoro creativo siano inefficienti, dispersive… Ci manca la capacità di concentrazione, di lasciarci assorbire completamente da una cosa. Ecco, ricado nell’abitudine di generalizzare un’opinione a cui sono arrivata analizzando solo me stessa. E tornando a me non posso, come mi hai proposto una volta, risolvere la questione della mia esistenza perdendomi nel problema dell’arte. Non solo non posso farlo, ma soprattutto sento che il problema del vivere incide profondamente sul problema della profondità artistica…


Per chi già la conosce come fotografa, allieva e compagna del grande Edward Weston, per chi ne conosce l’impegno politico nel Messico rivoluzionario, ma anche per chi semplicemente ama le biografie storiche senza rinunciare al piacere del romanzo d’autore e desidera lasciarsi trasportare dal racconto che origina dai documenti e dalle lettere… a tutte queste persone consiglio Tina, un libro scritto da Pino Cacucci, che ha saputo tramutare in romanzo appassionante la biografia di Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, meglio conosciuta come Tina Modotti.
Nel corso della sua vita Tina ha la fortuna di frequentare intellettuali e artisti di rilievo – fra questi il grande pittore Diego Rivera. Partecipa con tutta se stessa, spesso rinunciando a sviluppare le proprie doti artistiche, alla causa messicana prima e alle attività del partito comunista poi: segue gli ordini che le provengono da Mosca, lavorando per il Soccorso Rosso e combattendo per le brigate internazionali in Spagna.
La passività malinconica degli ultimi anni e la sua fine misteriosa forse sono causa e effetto del suo progressivo distacco dal partito, sempre più lontano dagli ideali rivoluzionari.

C.L.

mercoledì 8 luglio 2009

La prigione rosa




Eva Schwarzwald

Guerini 2009
€ 20,00




“Sapevo che in quella cartellina c’erano cose che mi potevano illuminare sui miei percorsi di vita”.
Eva Schwarzwald trova un album di foto ingiallite e un pacchetto di lettere: la storia di sua nonna, Flora Vitale, e di sua mamma Luciana.
Sono gli anni ’20 del novecento; Flora, che appartiene alla borghesia ebraica romana, crescerà la figlia da sola e per farlo lascerà Roma ritirandosi a Genova, a Villa Barabino.
Flora, Luciana, Eva, Viola: è una bella storia tutta al femminile, questa che ci narra l’autrice. Una storia che partendo dalle nonne e arrivando alle nipoti, ci ricorda che siamo figlie del nostro tempo e non meno delle nostre madri e delle loro madri. “La storia in ebraico è plurale femminile, generazioni, il susseguirsi della vita e della morte. È dal grembo delle donne che viene la storia”.
Da questa storia, ci piace pensare, insieme ad Eva, che “Nasceranno bambine nuove, che diventeranno donne, che sapranno, come Rebecca al pozzo, dissetare i loro compagni di strada, capaci di distinguere a chi porgere l’anfora: non la poseranno più ai piedi del primo messo venuto a carpire la loro integrità, perché dalle loro ave hanno imparato la libertà delle donne”.

marinella m.

lunedì 6 luglio 2009

Firenze da piccola




Elena Stancanelli


Laterza 2006
€ 9.00




…Noi fiorentini siamo portatori di anticorpi che ci permettono di sopravvivere alla nevrosi della bellezza assoluta. Non siamo stronzi, siamo diversi. E se teniamo lontani gli stranieri, se li mettiamo alla prova per un periodo lungo, lo facciamo per carità…


Firenze ha due volti, Diquaddarno e Diladdarno. Una storica dicotomia che accompagna il viaggio di ritorno della scrittrice nella città della sua infanzia e adolescenza. È un viaggio nei ricordi. Un giro veloce fra strade e posti di sempre. Ogni pietra ogni quartiere è lì, con storie aneddoti leggende per soli fiorentini. Un percorso che si conosce a memoria per ritrovare non solo genitori, nonni, amici.
Firenze, invece, sospesa ed immobile – quasi a proteggersi – ti regala la sua sola bellezza, rinascimentale scenografia in prestito. Se non sei distratto o frettoloso ti permette anche di scegliere: di là o di qua, sperando in fondo in un tuo non ritorno. Un racconto leggero e sincero.

a.t.

sabato 4 luglio 2009

Shirin Ebadi a Firenze




Lunedì 6 luglio Shirin Ebadi, l'avvocata iraniana premiata con il Nobel per la pace nel 2003, terrà una lectio magistralis sul tema “Una vita per la cultura dei diritti umani”.

L'appuntamento è al Museo dell'Accademia, in via Ricasoli 60, alle ore 16,00.

mercoledì 1 luglio 2009

A occidente con la notte



Beryl Markham


Neri Pozza 2009
€ 14,00





I contendenti della conquista hanno trascurato l'anima vitale dell'Africa stessa, da cui emana la resitenza autentica alla conquista... l'Africa appartiene ad un'era antica e il sangue di molte delle sue genti è altrettanto venerabile e puro... quale razza di nuovi arrivati, spuntata da un secolo recente... può egugliare in purezza il sangue di un singolo masai murani, il cui retaggio forse affonda le sue radici poco lontano dall'Eden?


Il testo proposto parla dell'Africa, della sua gente e della esperienza trentennale di Beryl in questo continente staordinario da lei esplorato con amore.
Nata a Leicester nel 1902, all'età di quattro anni Beryl viene portata in Africa orientale (Kenia) dal padre che lascia moglie e figlio in Inghilterra. Dal 1920 Beryl esercita la professione di addestratrice di cavalli da corsa, prima donna in Africa a svolgere questo lavoro. Nel 1931 diviene pilota della East African Airways e prima donna a realizzare la trasvolata dell'Atlantico. A occidente con la notte fu pubblicato negli Sati Uniti nel 1942 e l'anno successivo in Gran Bretagna ma - come dice Martha Gellhorn nella postfazione - uscì in anni sbagliati e ingiustamente non ebbe il successo di un altro libro di pari livello: La mia Africa di Karen Blixen (1937).
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