mercoledì 31 marzo 2010

Quelli che non dormivano


Diario 1944-1946
Jacqueline Mesnil-Amar

Guanda 2010
€ 15,00

Parigi, 18 luglio 1944. Gli alleati stanno per sbarcare in Normandia, la liberazione della città è ormai prossima. Il marito di Jacqueline Mesnil-Amar, André, membro della resistenza ebraica, quella sera non torna a casa. Catturato dai tedeschi, è stato caricato sull’ultimo convoglio diretto a Buchenwald. André riesce a fuggire, ma Jacqueline lo saprà solo il 25 agosto.
Di quei giorni e di quelle notti che non finiscono mai, tiene un diario.
Nell’attesa dell’uomo che ama, i ricordi delle giornate più belle del loro amore la assalgono quasi con prepotenza. L’incertezza sulla sorte del marito diventa trepidazione e angoscia per il destino di coloro, amici, conoscenti e sconosciuti di cui non si sa, e per quelli di cui si sa che non torneranno.
Con parole lucide e appassionate, questa donna, tanto francese quanto ebrea, accusa tutti coloro che con la delazione, ma anche con il silenzio e l’indifferenza, hanno permesso che migliaia di innocenti andassero a morire.
Dopo questo orrore, Jacqueline, a nome di tutti “quelli che non dormivano” chiede “a quelli che dormono” come ancora lo possano fare.
Il libro, pubblicato dalle Editions de Minuit nel 1957, non ebbe la fortuna che merita: ancora troppi preferivano dimenticare piuttosto che sapere. È stato ripubblicato in Francia, da Stock, solo nel 2008.

Jacqueline Mesnil-Amar (1909-1987) apparteneva a una famiglia della borghesia ebrea di Passy. La sua vita cambiò bruscamente quando il governo collaborazionista di Vichy abbandonò la popolazione ebraica al suo destino. Il marito, André Mesnil-Amar, era partigiano nell’Organization Juive de Combat (Organizzazione Ebraica di Combattimento).

marinella m.

sabato 27 marzo 2010

Viaggio in requiem




Francesca Caminoli


Grande vetro-Jacabook 2010
€ 12,00




Quando, verso la fine di agosto del 2005, fui improvvisamente attraversata dal desiderio e dal bisogno urgente e inderogabile di essere sul luogo dove mio figlio si era suicidato un anno prima, non sapevo che avrei scritto un diario del lento viaggio che mi ha poi portato da Lucca a Otranto. Invece, subito la prima sera, sola, in una piccola camera di un piccolo albergo sui Monti Sibillini, mi sono ritrovata a dialogare per iscritto con lui, ad annotare pensieri, cose viste, sensazioni. E così è stato per ogni sera dei diciassette giorni che il viaggio è durato. Forse un modo per fissare i pensieri, per non lasciarli pericolosamente liberi, non so. Al ritorno ho trascritto tutto sul computer. Non avevo intenzione di pubblicare questo diario. È dovuto passare del tempo prima che prendessi questa decisione. Che ho preso innanzitutto per ricordare e onorare mio figlio, ma anche perché ho pensato che forse la condivisione di un lutto può essere di conforto ad altri oltre che a se stessi, ed infine perché non si dimentichi che nel mondo di oggi, dove ormai si è schiavi di un apparire sempre belli, giovani, sani ed efficienti, dove la morte è diventata quasi un tabù di cui non parlare, c’è anche questo. E fa parte della nostra vita.


Martedì 30 aprile, alle 17,30, presso il Giardino dei Ciliegi (via dell’Agnolo, 5), incontro con Francesca Caminoli. Introducono Luciana Baruffi e Massimiliano Bertelli.

venerdì 26 marzo 2010

Pagine Baby Firenze 2010


Soc. Coop. Rana Elettrica 2010
€ 12,00


Una guida dedicata alle famiglie e ai genitori single con figli da 0 a 14 anni, gravidanza compresa, e a tutti quelli che si occupano di bambini (nonni, zii, educatori, baby-sitter...).


Sabato 27 marzo, alle 11,00, presso la Bottega dei Ragazzi dell’Istituto degli Innocenti (via dei Fibbiai 2, piazza S.ma Annunziata) la Cooperativa Rana elettrica presenta il progetto Pagine Baby: il portale paginebaby.it e il libro Pagine Baby Firenze 2010.
Partecipano Paolo Sarti, pediatra, e Annalisa Bertoli, psicologa perinatale.
Per i bambini saranno allestiti spazi di intrattenimento a cura delle operatrici della Bottega dei Ragazzi; in chiusura un piccolo rinfresco a cura di Cuculia e di Cose dell’Altro Pane – glutenfree.

mercoledì 24 marzo 2010

Il racconto di Antigone e Elettra




Simone Weil


a cura di Giancarlo Gaeta
Il Melangolo 2009
€ 9,00



Sono passati circa duemilacinquecento anni da quando in Grecia si scrivevano bellissimi poemi. Ormai, a leggerli, sono quasi soltanto coloro che si specializzano in questo studio, ed è un peccato. Perché questi antichi poemi sono talmente umani da essere ancora molto vicini a noi e possono interessare tutti. Sarebbero persino molto più commoventi per quanti sanno che cosa significa lottare e soffrire, piuttosto che per coloro che hanno trascorso la loro vita tra le quattro mura di una biblioteca...


I miti di Antigone e di Elettra (più un frammento sul Filottete) in due articoli che Simone Weil compose per una rivista operaia, con l'intento di far conoscere a uomini e donne che non avevano cultura classica le storie narrate dalla tragedia greca, modelli senza tempo della capacità del singolo di opporsi all'ingiustizia e alla forza.
a.bu.

domenica 21 marzo 2010

Di madre in figlia




Storia di un’analisi


Lella Ravasi Bellocchio

Cortina 2010
€ 16,00


Ogni donna contiene in sé la propria madre e la propria figlia
. Ogni donna è, insieme, Demetra e Kore: madre lacerata dal dolore per la perdita della figlia e figlia che deve allontanarsi per trovare, oltre la madre, ma non senza di lei, la propria identità.
La storia di ogni donna ha inizio nel dolore di questo strappo dalla propria madre e dalla propria figlia. Ma ogni separazione ha bisogno di uno spazio di solitudine nel quale possa compiersi il miracolo della trasformazione di ogni madre e di ogni figlia, in una donna che, una in se stessa, le lasci andare entrambe.
La separazione allora si trasforma in un separarsi con amore, in un lasciarsi senza perdersi, in un ritrovarsi nel femminile che contiene e va oltre l’essere madre e l’essere figlia.
In questo libro, Lella Ravasi Bellocchio, analista junghiana, e Carmen, la sua paziente, raccontano, come in una sorta di suonata a quattro mani, una storia fatta di perdite e ritrovamenti, di mancanze e nuove nascite.
Ripubblicato dopo venti anni dalla sua prima uscita, il testo è arricchito di un nuovo saggio che attraverso nuove domande, uno dopo l’altro, disegna ancora molti cerchi. Da leggere per chi non l’avesse letto, da rileggere per chi lo avesse letto allora.

marinella m.

sabato 20 marzo 2010

Giorni giapponesi




Angela Terzani Staude


Tea 2009
€ 9,00




«Non sai come comportarti?» cerca di spiegarci Yoichi «allora devi osservare come si comportano gli altri». Ecco cosa significa «esercitare moderazione». «Ognuno cerca di comportarsi come presume che si comporterà il suo vicino di casa. Il famoso “consenso generale” consiste nel fatto che tutti i giapponesi si immaginano il vicino di casa alla stessa maniera» dice Chigura…


Crediamo alla sofferenza urlata, crediamo alle carneficine, crediamo all’esistenza di realtà distanti in cui lo stupro, il degrado, la bruttura, la fame sono la quotidianità. Nessuno di noi, leggendo di un eccidio, è portato a pensare: «Non è vero, non può essere vero», ma è difficilissimo credere a questo racconto del Giappone. Sono solo diari, puntuali e dettagliati, scritti tra il 1985 e il 1990, e parlano di cene, viaggi, avvenimenti politici, incontri con personaggi pubblici e chiacchierate con la vicina di casa, gite ai centri commerciali e serate al cinema. Sono cinque anni di vita quotidiana, in uno Stato moderno, sicuro e ordinato, raccontati in uno stile piano e scorrevole, da un’osservatrice chiaramente animata dal sincero desiderio di penetrare l’anima del Paese che la ospita insieme alla sua famiglia. Eppure la lettura è spesso faticosa e stentata, continuamente ostacolata da una voce martellante «non può esistere un posto così»… perché la sua sola esistenza getterebbe una luce sinistra sul futuro dell’umanità e sul nostro futuro. La nostra mente è esercitata ad accettare l’idea della bestialità più spietata, ma non può immaginare un luogo in cui il Sistema ha trionfato definitivamente sulle povere anime di esseri umani cresciuti come automi spietati, incapaci persino di sentire i propri disagi esistenziali. Questi uomini sono simili a pesci inconsapevolmente immersi nell’acqua, penetrati e circondati da un’ideologia strisciante e senza nome che toglie loro non solo la facoltà di sognare, ma la stessa idea del sogno, toglie valore ai rapporti umani e svuota la vita di ogni significato, anestetizzando le menti mentre convince tutti di vivere nel migliore degli Stati possibili. Eppure, forse, anche tutta questa nostra incredulità e questa avversione incontrollata ci parlano di qualcosa, ci parlano di narrazioni che ci toccano perché ci riguardano più da vicino di quanto osiamo immaginare, ci dicono che questo Giappone moderno raccontato sembra guardarci beffardo e dirci: «Non illudetevi, non siamo poi così lontani», ci parlano delle nostre censure e delle nostre difficoltà a essere liberi. Non è dato sapere, a chi non ne ha fatto esperienza diretta, se Angela Terzani Staude dice o no la verità sul Giappone. Di certo muove qualcosa, qualcosa che in qualche modo ha a che fare con l’inconscio della nostra civiltà… e questo ci basta.
ma.me.

giovedì 18 marzo 2010

Le nostre memorie proibite

Venerdì 19 marzo, alle ore 16, presso l'Aula magna del Dipartimento di Italianistica (Piazza Savonarola 1), incontro con Carla Sanguineti, autrice di Le nostre memorie proibite (Cisu, 2007). Intervengono Pietro Clemente e Ernestina Pellegrini.

Carla Sanguineti racconta come negli anni bui del ritorno della guerra nella ex-Jugoslavia non ha voluto rassegnarsi alla sconfitta storica ed è partita per costruire un’opera in memoria di Gandhi, nel museo a lui dedicato a Madurai, in India. Coinvolta in un assalto a un treno rivive, là, momenti di terrore e di disperazione come quelli provati nell’infanzia durante la guerra mondiale.
Il racconto indiano si intreccia così con quello del passato: la rinnovata esperienza di violenza le permette di affrontare finalmente il dolore che non aveva mai potuto esprimere e di raccontare la vicenda del padre morto alla fine della guerra. Dovere di memoria e di riparazione si attuano all’interno della analisi di un sé diviso tra la memoria di un padre buono e generoso ucciso senza misericordia né giustizia, l’immagine del fascismo appresa nel dopoguerra, e la scelta del proprio compagno, appartenente a una famiglia di ebrei partigiani che avevano operato nelle stesse zone di guerra del padre e che lei sente di amare come la propria.

martedì 16 marzo 2010

La follia di una donna innamorata

Susan Fromberg Schaeffer
Neri Pozza 2009
€ 19,00

L'altra ragazza che mi assomigliava come una gemella parve interessata a quel che avevo da mostrarle. Estrassi la pistola con la sinistra e gliela puntai contro la testa. "Girati di profilo" ordinai e lei voltò il capo. Ovvio che lo facesse, stavo parlando a me stessa.

Il bellissimo romanzo di Susan Fromberg Schaeffer è una coinvolgente storia di passione – 660 pagine che si leggono d'un fiato – ispirata a vicende accadute realmente alla fine dell'Ottocento nel Vermont (Stati Uniti). Con straordinaria finezza psicologica l'autrice descrive come nasce e si autoalimenta la passione amorosa della giovane Agnes, che vuole scrivere la propria storia in modo differente dalla figure femminili che l'hanno preceduta (madre e nonna, le Druitt, la cui bellezza attirava pittori più o meno famosi che venivano apposta in questo angolo d'America per farne il ritratto). Agnes riesce ad andare via dal suo luogo di origine e a lavorare ma...
mm

domenica 14 marzo 2010

Corpi e anime




Il tragico destino di tre donne ebree

Isabel Vincent

Garzanti 2008
€ 17,50



Smisero di recarsi nel cimitero di Inhauma, un fatiscente sobborgo di Rio de Janeiro, quando morì l’ultima di loro…

Sofia Chamys, Rachel Liberman e Rebecca Freedman erano tre di loro.
Siamo a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ’900, negli shtetl dell’Europa orientale regnano la miseria, la fame, la malattia. Migliaia di adolescenti, ingannate con finti matrimoni da giovanotti ebrei profumati e benvestiti, vengono tradotte in Argentina e in Brasile dove, dopo inaudite e ripetute violenze, vengono avviate alla prostituzione. Le polacas, come erano chiamate le prostitute ebree, sono costrette a vendersi in luridi tuguri ai peggiori miserabili. Ridotte a carne da macello costituiscono, con la loro pelle color madreperla, fonte di lauti guadagni per i protettori.
Fummo costrette a fare tutto da sole.
Ripudiate dalle comunità ebraiche perché donne di malaffare, le polacas di Rio decidono di garantirsi almeno una degna sepoltura secondo il rito ebraico. Nel 1906 fondano la Società della Verità, acquistano un pezzo di terreno da adibire a cimitero e un appartamento da adattare a sinagoga.
Rebecca Freedman è la donna, tra loro, che presiede al tahara, la purificazione dei cadaveri prima della sepoltura… E Rebecca, con religiosa devozione e infinita umana pietà, lava e rilava i corpi delle sorelle fino a quando esse non sono pure.
Un libro toccante questo di Isabel Vincent, che per scriverlo ha impiegato cinque anni, cercando i documenti negli archivi della polizia, dei municipi, delle comunità ebraiche. La crudeltà perpetrata nei confronti di queste donne ci muove dolore e rabbia. La stessa rabbia e lo stesso dolore che ci prende oggi ogni volta che un corpo di donna o di uomo, in qualunque parte del mondo, è violato. Porteremo la mimosa al cimitero di Inhauma.

marinella m.

venerdì 12 marzo 2010

Herta Müller 2



Cristina e il suo doppio

ovvero ciò che (non) risulta nei fascicoli della Securitate

Sellerio 2010
€ 9,00



Dovunque arrivassi, mi sono trovata a dover convivere con questo mio doppio. Non si limitavano a mandarmelo al seguito, succedeva anche che mi precorresse. Benché sin dall’inizio io abbia scritto sempre e soltanto contro la dittatura, il mio doppio continua fino ad oggi a battere la sua strada per i fatti propri. Si è reso autonomo...

giovedì 11 marzo 2010

Uno sguardo erotico in alcune scrittrici '800/'900


Prende il via la prossima settimana, al Giardino dei Ciliegi, il ciclo di incontri Uno sguardo erotico in alcune scrittrici '800/'900.

1° incontro (giovedì 18 marzo, ore 17,30)
Introduzione con Anna Banti, Kate Chopin e Sibilla Aleramo
Ne parlano Clotilde Barbarulli, Silvia Porto e Sandra Cammelli.
Con proiezioni

2° incontro (giovedì 25 marzo, ore 17,30)
Lou Andreas Salomé e Anais Nin (con letture di Patrizia Ficini)
Ne parlano Marisa La Malfa e Marialuisa Bianchi
Al termine il coro “La Corte d’Orfeo”, diretto dal Maestro Valerio del Piccolo, esegue brani rinascimentali

3° incontro (giovedì 8 aprile ore 17,30)
Colette (con letture di Anais Coumine) e Gioconda Belli
ne parlano Maria Letizia Grossi e Alessandra Vannoni

martedì 9 marzo 2010

Casa Fenoglio




Marisa Fenoglio


Sellerio 1995
€ 8,00




…Sulla piazza, esaltati dal silenzio, risuonavano gli attrezzi dei mestieri, come emblemi sonori di corporazioni. Il colpo della mannaia di mio padre, che disossava la lombata, il fruscio dell’impastatrice del panettiere… si univano al coro delle madri che dalle porte richiamavano i piccoli…

Vicinissima alla cattedrale di Alba, al numero 1 di piazza Rossetti, attraversata da persone e rumori di botteghe, la macelleria di «monsù Milcare» e la casa dove abitavamo, modesta ma straordinaria.
Dagli occhi della figlia più piccola: un padre, uomo modesto, sempre contento; una madre, «madama Milcare», dal portamento fiero, di un’intelligenza superiore… mai contenta; i figli, i miei due fratelli ed io, non amavamo quel mestiere né l’ambiente dei macellai... Non una semplice cronaca famigliare ma la scoperta di una casa, un microcosmo, «i Fenoglio». E con la stessa semplicità, la figura di Beppe, lo scrittore; qui, il fratello maggiore. Beppe aveva una faccia intensa… mortificata da un naso rosso… ma nonostante questo, una faccia bellissima, animata da una febbre interiore…
Sullo sfondo la fine di un secolo e due guerre mondiali.
A.T.

venerdì 5 marzo 2010

8 marzo 2010


La libreria delle donne compie trent'anni!

La festeggiamo lunedì, in via Fiesolana 2B, dalle 16,00 alle 21,00.

lunedì 1 marzo 2010

Milena. L'amica di Kafka


Margarete Buber-Neumann


Adelphi 1999
€ 9,30

In questo libro è raccontata la storia di una grande, dolcissima e tenace amicizia, quella tra Margarete Buber-Neumann e Milena Jesenska. Un’amicizia per la vita e per la morte.
Grete e Milena si conoscono nel campo di concentramento di Ravensbrück. Nasce tra le due donne, in quel luogo di disperazione, un legame forte che le farà solidali l’una all’altra e che le aiuterà a far fronte non solo alle angherie delle SS, ma anche all’isolamento costruito intorno a loro dalle comuniste in ragione delle loro opinioni sulla Russia di Stalin.
Milena e Grete si raccontano, si sostengono, si accudiscono rischiando più volte la vita. Insieme progettano, una volta libere, di scrivere un libro sui campi di concentramento. Milena non ce la farà a ritornare nell’amatissima Praga, ma Grete manterrà l’impegno preso con l’amica e scriverà il libro.
Un giorno, poco prima di morire, lei mi disse “So che almeno tu non mi dimenticherai. Per merito tuo posso continuare a vivere. Tu dirai agli uomini chi ero, sarai il mio giudice clemente”…
Milena, donna di grande fascino e carisma, non è stata solo l’amica di Kafka. È stata un’acuta giornalista, uno spirito libero, una donna generosa quanto coraggiosa. È morta a Ravensbrück il 17 maggio 1944.
Avere degli amici era ciò che Milena desiderava più ardentemente. Un giorno scrisse a questo proposito “Se abbiamo due o tre persone, ma che dico, se ne abbiamo una sola davanti alla quale possiamo mostrarci deboli, miseri e contriti senza per questo doversi aspettare da lei che ci faccia del male, allora possiamo dirci ricchi. Possiamo pretendere indulgenza solo da quelli che ci amano, mai dagli altri, e soprattutto mai da noi stessi”.

Margarete Thuring nasce a Potsdam nel 1901 e muore a Berlino il 6 novembre 1989. Giovanissima sposa Rafael, figlio del filosofo ebreo Martin Buber. Dalla loro breve unione nascono due figlie. Nel 1926 Margarete entra nel Partito comunista tedesco. Nel 1928 si unisce a Heinz Neumann, che sarà arrestato a Mosca nel 1937 e scomparirà. L’anno dopo Margarete è condannata a cinque anni di lavori forzati in una colonia penale nel Kazakistan. Nel 1940, dopo la firma del patto Ribbentrop-Molotov, è riconsegnata dalle autorità sovietiche ai nazisti che la internano a Ravensbrück. Sulla sua vita ha scritto anche Prigioniera di Stalin e Hitler.
marinella m.