sabato 27 novembre 2010

Sogni




Dolores Prato


a cura di Elena Frontaloni
Quodlibet 2010
€ 34,00



...Credo che oramai i miei sogni scritti superino di molto il centinaio. Non cominciai subito a scriverli, ne fissavo raramente qualcuno per qualche interesse speciale. A tentare di fissarli subito, appena desta, mi ci portò il rimpianto che ebbi per non avere scritto subito il sogno in cui avevo trovata la verità della morte; bastò che scambiassi poche parole con qualcuno, perché il sogno sfumasse lasciandomi solo la sensazione di una profondità che il mio pensiero non avrebbe mai raggiunta...

Un nuovo inedito di Dolores Prato: oltre duecentocinquanta sogni, fissati sulla carta per catturare tutti quei particolari che nel ricordo della vita non affiorano più.

giovedì 25 novembre 2010

ni una más – non una di più

Ciudad Juárez, Messico, a pochi chilometri dalla frontiera con gli Stati Uniti: dai primi anni del 1990 centinaia di giovani donne sono state barbaramente violentate e uccise e i loro corpi sono stati ritrovati straziati nel deserto. Ancora oggi, purtroppo, le storie delle loro tragiche vite sono scritte col sangue e raccolte solo dalla sabbia del deserto, nell’indifferenza di tutti.

Venerdì 26 novembre alle ore 17,30, presso il Circolo Arci Isolotto (Via Maccari, 104), incontro con Marisela Ortiz, una delle fondatrici dell’associazione Nuestras hijas de regreso a casa (Associazione umanitaria in difesa dei parenti delle vittime di Ciudad Juárez), insignita del Giglio d’Oro della città di Firenze.

L'incontro è promosso dal Circolo ARCI Isolotto e dal Circolo Aziendale Ferrovieri Spartaco Lavagnini, con la partecipazione di Amnesty International.

mercoledì 24 novembre 2010

Anna Politkovskaja


Francesco Matteuzzi, Elisabetta Benfatto

Becco Giallo 2010
€ 14,00



A fumetto e nelle testimonianze riportate, Anna Politkovskaja è per prima cosa una giornalista.
Anomala, scomoda, una dissidente che racconta crimini di Stato, repressioni, incarcerazioni.
Vittima di un potere che, comunque, fa sparire oppositori e giornalisti, quelli che fanno soldi sulle disgrazie nazionali.

Impedire a una persona che fa il suo lavoro con passione di raccontare il mondo che la circonda è un’impresa impossibile. La mia vita è difficile, certo, ma soprattutto umiliante. A 47 anni non ho più l’età per scontrarmi con l’ostilità e avere il marchio della reietta stampato sulla fronte. Naturalmente gli articoli che mi presentano come la pazza di Mosca non mi fanno piacere. Vivere così è orribile. Vorrei un po’ di comprensione. Ma la cosa più importante è continuare a fare il mio lavoro, raccontare quello che vedo.

Anna Politkovskaja, poco prima di essere uccisa il 7 ottobre 2006 … in un giorno come gli altri, in Russia.
A.T.

martedì 23 novembre 2010

Freschi di stampa 6

Narrativa

Dacia Maraini
La seduzione dell'altrove
Rizzoli, € 17,50

Veronica Tomassini
Sangue di cane
Laurana, € 16,00

Savyon Liebrecht
La banalità dell'amore. Hannah Arendt e Martin Heidegger, storia di un sentimento mai sopito
e/o, € 14,00

Natalia Ginzburg
È stato cosí
Einaudi, € 11,00


Memoria

Paola Gaiotti de Biase
Passare la mano. Memorie di una donna dal Novecento incompiuto
Viella, € 28,00

Antonia Arslan
Ishtar 2
Rizzoli, € 12,50

Marina Nemat
Dopo Teheran. Storia di una rinascita
Cairo, € 17,00

domenica 21 novembre 2010

Partorire con il corpo e con la mente




Francesca Rigotti


Bollati Boringhieri 2010
€ 16,00




Questo libro ha inizio con la storia di un furto e si conclude con la consapevolezza che il maltolto deve essere restituito.
Il ladro è la filosofia, le derubate sono le donne, la refurtiva è la nascita, come atto originario di ogni creatura ed ogni creazione.
L’autrice, studiosa e madre di quattro figli, ripercorre la tradizione filosofica occidentale e mostra come le donne siano state fermate sulla soglia della stanza del parto e inchiodate al corpo, diventato per loro il solo mezzo di generare.
La nascita invece, una volta separata dalle viscere ed elevata ad archè, principio, diventa un’astrazione, entra nella storia del pensiero, e in questa veste lo attraversa.
Per riprendersi il maltolto, continua l’autrice, occorre un pensare creativo che come Giano, la divinità romana che sorvegliava le soglie, abbia lo sguardo rivolto sia all’interno che all’esterno, e che proprio come Giano, che dà il nome a gennaio, sia un inizio. Il pensiero creativo si ha ogni volta che prende forma qualcosa che un momento prima non c’era: unico, originale, irripetibile frutto di tensione e fatica. È così che partoriremo anche con la mente.

Francesca Rigotti insegna Concetti e metafore della politica presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano. Collabora a “L’unità” e al “Sole 24 Ore”. Tra i suoi saggi, tradotti in otto lingue: Il potere e le sue metafore (1992), Il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare (2002), La filosofia delle piccole cose (2004), La filosofia in cucina. Piccola critica della ragion culinaria (2004), Il pensiero pendolare (2006), Gola. La passione dell’ingordigia (2008).
marinella m.

sabato 20 novembre 2010

Rue de l’Odéon


Adrienne Monnier

duepunti 2009
€ 12,00


Nel mestiere di libraio c’è una ricompensa per le corvée: le visite piacevoli, quelle degli autori e dei veri amanti dei libri. In questi momenti la vita brilla in tutto il suo splendore, la conversazione diviene frizzante e a volte dà una vera e propria ebbrezza... il difficile, nel nostro mestiere, è conciliare generosità e gentilezza - che sono l’aria pura nel paese dei libri - con la cura degli interessi materiali, preoccupazione che occorre avere se non si vuole perire... Lo spirito dei libri è un sorriso universale. Mi sforzai di sorridere a tutti...


Uscita in prima edizione mondiale in Italia nel 2009, questa preziosa autobiografia di Adrienne Monnier ci fa conoscere la storia della famosa libreria situata nel quartiere latino di Parigi, aperta dall’autrice nel 1915 e chiusa nel 1951 per gravi problemi di salute. La libreria diventa subito punto di riferimento di poeti, filosofi, scrittori, musicisti e intellettuali (francesi e non solo) e Adrienne Monnier, libraia, editrice (Maison des Amis des Livres), poetessa, attraverso testimonianze inedite e in modo brillante ci parla di questo mondo facendoci assaporare la vivacità della vita culturale parigina lungo un arco temporale di circa quarant’anni.
Adrienne è legata da profonda amicizia e rapporto sentimentale a Sylvia Beach, proprietaria sul lato opposto di Rue de l’Odeon della libreria Skakespeare & Company, fondata nel 1919 e punto di riferimento degli intellettuali americani e inglesi; le due libraie hanno in comune l’amore per la lettura, la cultura, i libri e sono animate dalla stessa passione intellettuale, che le rende uniche nella capacità di attirare il fior fiore dell’intellighenzia internazionale e di tramandarci attraverso la loro attività e i loro scritti il valore delle loro esistenze.

Su Sylvia Beach è ancora disponibile la biografia scritta da Noel Riley Fitch, La libraia di Joyce. Sylvia Beach e la generazione perduta (il Saggiatore, 2004, € 35,00).
m.m.

giovedì 18 novembre 2010

Sabato 20, in libreria






Sabato 20 novembre alle ore 18.00, alla Libreria delle donne, inaurazione della mostra di Cecilia Falciai Vernissage a tratti: una selezione dei lavori realizzati nell'ultimo anno dalla giovane artista fiorentina.

mercoledì 17 novembre 2010

Ornela Vorpsi




Bevete cacao Van Houten!

Einaudi 2010
€ 12,50




...ho deciso che stasera racconterò a Moma di un uomo sconosciuto, che è apparso sui giornali proprio per il suo ultimo desiderio prima di morire. L'ho appena letto in un poema di Majakovskij. La nuvola in calzoni si chiama il magnifico urlo che esce dai polmoni del poeta, poema che mi ha dilaniata di meraviglia a tal punto che andavo avantindietro in casa recitando:
"È bello,
se gettati fra i denti del patibolo,
gridare:
Bevete cacao Van Houten!".

Ornela Vorpsi presenta Bevete cacao Van Houten! venerdì 19 novembre, alle 17.30, presso la Biblioteca delle Oblate di Firenze, nell'ambito del ciclo di incontri "Leggere per non dimenticare".

martedì 16 novembre 2010

Freschi di stampa 5

Narrativa

Emma Donoghue
Stanza, letto, armadio, specchio
Mondadori, € 19,50

Silvina Ocampo
Un'innocente crudeltà
La nuova frontiera, € 15,00

Jane Austen
Jack & Alice. Ozi e vizi a Pammydiddle
Donzelli, € 14,00

Biografie

Silvia Ronchey
Ipazia. La vera storia
Rizzoli, € 19,00

Marta Boneschi
La donna segreta. Storia di Metilde Viscontini Dembowski
Mondadori, € 18,00

Françoise Cloarec
Séraphine. La vita sognata di Séraphine de Senlis
Archinto, € 12,00

lunedì 15 novembre 2010

I love islam



Cinque ragazze occidentali, single e modaiole, alla scoperta dell’islam che conquista


Patrizia Finucci Gallo

Newton Compton 2010
€ 12,90


Patrizia Finucci Gallo presenta I love islam martedì 16 novembre, alle 17.30, presso la Biblioteca delle Oblate di Firenze, nell'ambito del ciclo di incontri "Leggere per non dimenticare".

sabato 13 novembre 2010

Libera

Morbide guance





Natsuo Kirino


Neri Pozza, 2004
€ 18,00





Kasumi scappa di casa appena finito il liceo per raggiungere Tokyio ed abbandonarsi alle spalle
la triste esistenza trascorsa nel suo paese di origine, sulle coste dell’Hokkaido. Determinata a non tornare più indietro riesce a trovare un lavoro e a formarsi a sua volta una famiglia.
L’incontro con Ishiyama, un cliente del marito, la metterà di fronte alle sue insoddisfazioni e la trascinerà in una passione che porterà la vicenda a delle conseguenza di cui lei ha già sentore in anticipo.
Infatti sarà nello chalet di montagna nel quale entrambi hanno deciso di trascorrere una vacanza estiva con i rispettivi coniugi, ignari della loro relazione, che la figlia Yuka di 5 anni scomparirà senza lasciare traccia e farà pendere su di loro per sempre l’ombra di un castigo.
Un giallo psicologico che è anche un percorso a ritroso nell’esistenza di Kasumi che, isolata nel suo dolore, non si vuole rassegnare alla scomparsa della figlia. L’ unica anima disposta a condividere l’impresa quasi impossibile di scoprire la verità sarà uno strano volontario con i giorni segnati da un male incurabile. Due persone unite dalla lotta contro il tempo e dalla incapacità di accettare la realtà delle cose.
calvina

mercoledì 10 novembre 2010

La ragazza di Ratisbona



Silvia di Natale


Piemme, 2009
€ 20,00

Era una di quelle mattine in cui Barbara si svegliava con la malinconia del passato addosso. Erano frequenti, negli ultimi tempi. Sono gli anni, pensava, sto diventando vecchia. Tra poco saranno sessanta. Tra due mesi, si corresse, come per mettere tra sé e la data che la impauriva ancora un poco di spazio. Sessanta, ripeté. Doveva abituarsi a quel numero. Se lo ripeteva spesso, non tanto per convincere la mente, che ne afferrava bene il valore, ma per persuadere il cuore che, invece, faticava a stargli dietro. Avrebbe dovuto cedere all’evidenza e dirsi: Barbara, non sei più la ragazza che faceva illanguidire i garzoni del vicinato e attirava gli sconosciuti nella bottega di suo padre! Non sei più la donna sposata che faceva girare gli uomini, né più l’attraente vedova di Bruxelles, che sapeva tener testa ai governatori spagnoli!

Ambrosero, 1583. Tutto è già accaduto. Fin dalle prime pagine del suo romanzo storico, Silvia di Natale ci presenta la protagonista in età matura, per poi condurci a ritroso nel suo passato, quando ancora diciottenne viveva col padre e la madre a Ratisbona. Solidali con questa ragazza, semplice e spontanea, la seguiamo nelle sue vicende, attraverso i suoi spostamenti dalla Germania in Belgio fino alla Spagna, immergendoci impreparate nell’atmosfera rovente della Riforma protestante, in mezzo alla violenza degli scontri tra cattolici e luterani, della lotta intestina tra i riformati e della caccia agli eretici e alle streghe. Barbara, senza volerlo e nonostante le sue umili origini, si ritroverà al centro della vita imperiale, in rapporti intimi con Carlo V, imperatore del Sacro romano impero, a contatto con personaggi in parte inventati in parte realmente esistiti. Il racconto, con ritmo incalzante e coinvolgente, appassiona il lettore alla sorte di un personaggio storico minore, la madre naturale di Giovanni d’Austria, ma soprattutto ci offre l’opportunità di conoscere una donna, il cui anticonformismo, caparbietà e amore per la vita, riescono a farci pensare e sognare.
C.L.

lunedì 8 novembre 2010

Chiara Ingrao




Giovedì 11 novembre alle 17,30, al Giardino dei ciliegi (via dell'Agnolo 5, tel. 055 2001063), Chiara Ingrao parla del suo libro Dita di dama (La Tartaruga, 2009). Introducono Mara Baronti e Anna Picciolini.

Freschi di stampa 4



Poesia


Antonia Pozzi
Poesia che mi guardi. La più ampia raccolta di poesie finora pubblicate e altri scritti (nel dvd allegato il film-documentario di Marina Spada)
Sossella, € 20,00

Narrativa


Charlotte Perkins Gilman
La governante e altri problemi domestici
Astoria, € 9,00

Simonetta Agnello Hornby
La monaca
Feltrinelli, € 17,00

Kaha Mohamed Aden
Fra-intendimenti
Nottetempo, € 13,00

Igiaba Scego
La mia casa è dove sono
Rizzoli, € 16,50

Saggistica

Irene Khan
Prigionieri della povertà. La nuova sfida dei diritti umani: storie dal mondo
Bruno Mondadori, € 20,00

Anna Vanzan
Le donne di Allah. Viaggio nei femminismi islamici
Bruno Mondadori, € 20,00

domenica 7 novembre 2010

Le stelle inquiete


Alle ore 21, al cinema Odeon di Firenze, nell'ambito del festival internazionale Cinema e donne, proiezione del film Le stelle inquiete, che ricostruisce un episodio della biografia di Simone Weil. Sarà presente la regista Emanuela Piovano.

Qui il programma completo del festival.

Sette notti di insonnia



Elsa Osorio


Guanda 2009
€ 13,50

Strano, si dice la settima notte, essere riuscita a ipotizzare che il comportamento di Pepon fosse solo un altro modo per torturarla, e ciononostante, aver avuto bisogno di altri ventisei anni, sì, ventisei, e di rivederlo, di recuperare certi ricordi, per rendersi conto che quello che aveva inventato come una giustificazione per i genitori era la pura e semplice verità. Le aveva fatto più male Pepon con le sue mani, con le parole d'amore, di Pajarito con le scariche elettriche. E lei gliel'aveva permesso, le era addirittura piaciuto, si accusa spietatamente.

Questo testo spiega il titolo della raccolta di dodici racconti sulle tragiche vicende accadute in Argentina durante la dittatura. Sono storie di torture, sevizie che i personaggi hanno vissuto nelle carceri e che serbano impresse nella loro carne e nei meandri della memoria fatti difficili da dimenticare che rendono insonni le loro notti; sono storie che ci parlano dei desaparecidos, storie che cercano di elaborare lutti individuali e collettivi di vicende accadute durante il periodo buio della violenza del regime.
mm

giovedì 4 novembre 2010

Che fine ha fatto lo stato-nazione?





Judith Butler
Gayatri Chakravorty Spivak


Meltemi 2009
€ 13,00




…le studiose gli studiosi di letteratura cosa hanno a che fare con gli stati globali? ...perché noi studiosi di letteratura siamo, è ovvio, attratti dalle parole … lo stato
[in minuscolo nel testo] non è il solo luogo del potere. Abbiamo per esempio stati non nazionali e stati di sicurezza che contestano attivamente la base nazionale dello stato … lo stato in cui siamo quando facciamo queste domande può avere o può non avere a che fare con lo stato in cui siamo …che può dopo tutto essere uno stato mentale.

Sono le frasi iniziali del discorso fatto da Judith Butler durante il seminario "Sullo Stato Globale" organizzato nel maggio 2007 dall'Università di California a Irvine. Sono le frasi con cui apre il suo intervento, condotto a due voci con Gayatri Chakravorty Spivak, altra filosofa femminista, postcolonialista, americana, di origine indiana.
Sono le parole di un'apertura che discorrerà di stati-nazione/giurisdizioni-extraterritoriali, di condizioni di vita definite da nuove strategie di potere degli stati nazionali, a loro volta ridefinibili dalle vite di chi li attraversa senza diritti.
Judith Butler osserva che quando lo Stato – …le strutture legali e istituzionali che delimitano un certo territorio – …usando la forza della nazione mette in un certo stato quelli che espelle e sospende nelle garanzie fino a che quello stato diventi uno stato perenne… – …quando questo accade siamo in una situazione densa di potere militare …
Certamente sappiamo che la nazione è quel patrimonio condiviso di cultura lingua tradizioni di una popolazione che si dota di confini, attraverso i quali afferma la propria sovranità e, dunque, espelle chi non ci si riconosce o chi non è da riconoscere al proprio a interno. Andando avanti nella lettura allora ci ricordiamo come nel mondo contemporaneo la realtà più evidente sia quella di milioni di persone che cambiano continuamente il loro stato, mentale e politico – oltre che giuridico – a seconda del territorio in cui si trovano a vivere, spesso clandestini, spesso prigionieri in campi che ne disconoscono identità e appartenenza di Stato o nazionale – terroristi tout court – palestinesi senza stato – curdi senza stato – immigrati clandestini senza status, in nome di altri stati che difendendo la propria idea di nazione oltrepassano il proprio confine giuridico e territoriale, espellono dalla protezione legale, creando nuove aree statali e nazionali che però non hanno nessun atto fondativo né costituzionale che li legittimi.
È questo il quadro che si forma leggendo questo Dov'è finito lo stato nazione? di Judith Butler e Gayatri Chakravorty Spivak (titolo orginale: Chi canta l'inno nazionale?), per Meltemi Edizioni, affascinante e lucida lettura del rapporto tra vite e potere, tra la vita e la dimensione pubblica per il solo tramite della cittadinanza o possibilmente con atti politici.
Dove ha origine questo separare le vite dai loro propri diritti, anche quelli più naturali, come l'esercizio della propria libertà? Dove ha origine questa separatezza tra le vite e le leggi che danno diritti? Tra la polis e chi non ne fa parte? È corretto pensare come fa Agamben in Homo Sacer alla nuda vita come fosse possibile separare la vita biologica da quella pubblica e politica, soprattutto in un mondo in cui le questioni del corpo sono questioni già dentro la gestione del potere politico? È ancora possibile pensare la polis – come fa Hannah Arendt – come il luogo di chi, per il solo fatto di essere cittadino a pieno titolo, ha nella propria natura la sua libertà da valorizzare nell’agire la vita pubblica, quando il mondo è pieno di clandestini, di persone che non riescono a concludere un percorso da un luogo all'altro ma vengono fermati prima, in uno stato indefinito, fuori della polis? È necessario porre sempre la cittadinanza come vincolo per la libertà?
Che diritto hanno i latinos, di fatto clandestini in terra statunitense, che cantano nel 2006 in California, nelle piazze, l'inno americano in spagnolo, per Bush cantabile solo in inglese? e che affermano: "siamo uguali, questo inno è anche nostro"?
Butler sottopone all'attenzione di tutti, dal centro del suo discorso, tanto da farne titolo del volume, l'atto “eversivo” evidentemente eccentrico, fortemente politico e rivoluzionario, dell'agire comunque, in piazza e non nelle istituzioni, un diritto che non si ha ancora: la propria libertà, la libertà di cantare un inno, di riconoscersi in quell'inno, in quel patrimonio storico e di diritto/di diritti, pur essendo ancora esclusi dalla polis in cui vita naturale e vita biografica combaciano. Possibilmente, combaciano.
Su Youtube si trova un'intervista alla Arendt, fatta negli annio '70, successiva alla crisi del Watergate, che mi sento di segnalare perché molto bella da sentire e vedere: Arendt afferma che gli Stati Uniti d'America non sono uno Stato Nazione perché sono un coagulo di appartenenze diverse che si riconoscono in una costituzione.
Cosa vuol dire veramente questo? In che relazione è con Guantanamo? Come si può sviluppare la lettura comparata di Hannah Arendt e Judith Butler, dalle vite e dall'intelligenza straordinarie?
Dimenticavo di commentare l'interlocutrice privilegiata di questo discorrere: Gayatri Spivak. Postcolonialista, è legata a una lettura più fortemente economica della distribuzione del potere e dei diritti; il suo è leggero contrappunto che pone all'attenzione del pubblico il tema per esempio del regionalismo critico e della disarticolazione di un potere esteso che cerca ancora forme di colonialismo.
Si tratta dunque di un testo molto interessante che anche rappresenta in qualche modo due diversi punti di vista, collocati dentro forme di sapere che discutono e criticano i saperi tradizionali dell'Occidente universalistico, e che anche in Italia separano o articolano la discussione femminista sui rapporti con le donne altre, invitando di conseguenza a uno sguardo diverso sulle donne noi, compresa la rivisitazione degli ambiti propri delle categorie che usiamo: immigrazione, esclusione, nazionalismo, pace, guerra direi io.
m.l.

mercoledì 3 novembre 2010

Cambiare idea





Zadie Smith


Minimum Fax 2010
€ 19,00



Il titolo originale del libro è Changing My Mind. Occasional Essays, e infatti si tratta di una raccolta tra saggi e scritti che comprendono reportage di viaggio, recensioni di film, ricordi di infanzia e ritratti di personaggi che hanno lasciato un segno nella vita della scrittrice.
Su tutto si può sorvolare tranne sulla parte in cui viene affrontato il tema della scrittura. In Sentirsi del mestiere, che è tratto da una sua conferenza tenuta alla Columbia University di New York sul tema “Parlare di qualche aspetto del proprio mestiere”, Smith affronta con lucida analisi la costruzione di un romanzo attraverso momenti che sono comuni a tutti gli scrittori? Solo a lei? È bellissimo. Come ad esempio quando spiega cos'è il pensiero magico che la coglie a metà romanzo:

A metà di un romanzo, prende piede una sorta di pensiero magico. Chiariamoci: la metà di un romanzo non coincide necessariamente con l’effettivo centro geografico dell’opera. Per a metà di un romanzo intendo quando si arriva a quella pagina in cui si smette di essere parte della propria casa, della propria famiglia, del proprio compagno e dei bambini, di fare la spesa e dar da mangiare al cane e leggere la posta: cioè quando non esiste più niente al mondo tranne il vostro libro, e perfino mentre vostra moglie vi dice che va a letto con vostro fratello, al posto del suo viso vedete un gigantesco punto e virgola, al posto delle braccia due parentesi, e vi domandate se rovistare sia un verbo migliore di frugare. A metà di un romanzo è un luogo della mente.

Il saggio finale è interamente dedicato allo scrittore e amico David Foster Wallace e ai sui “doni difficili”. Dave ha detto cose geniali sul dono: sulla nostra incapacità di dare gratuitamente, o di accettare quello che ci viene dato gratis. Nei suoi racconti [Brevi interviste con uomini schifosi, in uscita da Einaudi Stile Libero, di cui la Smith ha curato la prefazione], dare è diventato impossibile: la logica di mercato permea ogni aspetto della vita.
calvina

lunedì 1 novembre 2010

Strane creature


Tracy Chevalier


Neri Pozza 2009
€ 16,50

“Sento l’eco di quel fragore ogni volta che trovo un fossile, una piccola scossa che dice – Sì Mary Anning, tu sei diversa dalle altre rocce della spiaggia – È questo che vado cercando ogni giorno: il fremito della saetta, la mia differenza…”

Quando la signorina Elisabeth Philpot si trasferisce da Londra a Lyme Regis nel Dorset, Mary Anning, che vi è nata, è ancora una bambina.
Elisabeth e Mary sono, al pari dei fossili che cercano sulle spiagge di Lyme Regis, strane creature.
Elisabeth, che vive grazie a una modesta ma dignitosa rendita, è una donna a cui interessa più la scienza che il matrimonio, Mary cerca ammoniti e “vertebrelle” per venderle ai turisti e sostenere come può la sua famiglia, numerosa e poverissima.
Mary ed Elisabeth passano le loro giornate camminando sulle spiagge, incuranti delle mani graffiate, dei vestiti sporchi di sabbia e delle opinioni della buona società di Lyme Regis. Tra basse e alte maree, nasce un’amicizia che non si spezzerà più.
Ma un giorno Mary trova davvero uno strano reperto, un enorme scheletro appartenente a un animale sconosciuto. Geologi e scienziati arrivano da tutto il Paese e persino da Parigi perché la scoperta di Mary che ha un indubbio valore scientifico, pone domande inquietanti sull’origine del mondo e sulla sua trasformazione…

Il nome di Mary Anning compare per la prima volta in ambito scientifico nel 1825, quando Georges Cuvier lo inserì in calce all’immagine di un plesiosauro, nella terza edizione del suo saggio Discours sur les révolutions de la surface du globe. In Inghilterra comparve solo nel 1829, quando William Buckland la citò in un articolo sui coproliti; infatti Mary e Buckland avevano capito che questi reperti altro non erano che gli escrementi fossili di ittiosauri e plesiosauri. Si deve a Mary Anning la scoperta del primo esemplare inglese di pterodattilo (oggi chiamato pterosauro) e del primo esemplare in assoluto di squalo razza. Mary passò tutta la sua vita a Lyme Regis, dove morì nel 1847.
Per narrare la vita e le scoperte di Mary Anning, Tracy Chevalier sceglie la via del romanzo attingendo dalla sua fantasia quanto da avvenimenti realmente accaduti. Il risultato è un libro che ci fa amare tutte le strane creature che lo popolano.

marinella m.