domenica 29 gennaio 2012

Abbiate pietà di mio figlio




Karen Taieb

Sperling & Kupfer 2012
€ 17,00




Parigi, 18 luglio 1942
Cari zio, zia e cugine, due parole per dirvi che siamo stati presi giovedì alle tre e mezzo e ci hanno portati al Velodromo d’Inverno. Siamo molto infelici. In ogni momento ci sono nuovi malati, ci sono donne incinte, ciechi … dormiamo per terra … Jeannot  piange sempre perché vuole tornare a casa.
Clara [Garnek]

La famiglia Garnek vive nel III arrondissement di Parigi: Chaim-Louis, Gitlia ed i loro tre figli, Clara, Henri e Jean. Sono arrestati il 16 luglio 1942. Dopo quattro giorni passati al Velodromo d’Inverno sono trasferiti nel campo di Pithiviers.
Chaim-Louis è deportato ad  Auschwitz  con il convoglio 13, Clara e sua madre Gitla con il convoglio 16. Henri di undici  anni e Jean di tre con il convoglio 26. Nessuno tornerà indietro.

Parigi, 17 luglio 1942
Mia cara Frida, io e Sara ci troviamo in questo momento al Vel’ d’Hiv. Dicono che resteremo fino a sabato. Qui si vede tanta gente che conosco che mi domando se ci sono ebrei rimasti in libertà, nella cosiddetta libertà. Anche Rose e Jeannot sono qui. Ci sono molte più donne e bambini che uomini… Non penso che a voi.

Benzion Feldom sale sul convoglio 15 per Auschwitz-Birkenau, il 5 agosto 1942. Non è tornato.

Al Vel’ d’Hiv, il 18
Mia cara madame Letstut, … Quanti malati. Non resteremo a lungo qui perché ci manderanno sicuramente nei campi e la cosa e  più terribile è che abbiamo paura di essere separati dai nostri figli. È davvero spaventoso!
Sztabrid

Szyfra e le sue figlie salgono sul convoglio 21 per Auschwitz-Birkenau. Nessuna di loro farà ritorno.

Il Vel’ d’Hiv (Velodromo d’Inverno), costruito nel 1909, è situato nel XV arrondissement di Parigi.
Il 16 e il 17 luglio 1942 la polizia francese realizza il più vasto rastrellamento organizzato nella capitale e nella sua periferia. 12.884 ebrei sono arrestati: 3.031 uomini, 5.802 donne e 4.051 bambini. Gli adulti senza bambini vengono inviati a Drancy, le famiglie al Vel’ d’Hiv e da qui, in pochi giorni, ai campi di Baume-la-Rolande e Pithiviers nella regione del Loiret.
A oggi sono state identificate ventidue lettere scritte dagli internati nel Velodromo. Diciotto lettere, scritte da quattordici persone, per la maggior parte inedite, sono per la prima volta raccolte e pubblicate in questo libro curato da Karen Taieb, responsabile degli archivi del Mémorial de la Shoah.
marinella m.

mercoledì 25 gennaio 2012

Il cielo cade



Lorenza Mazzetti

Sellerio, 1993 (14ª edizione)
€ 8,00



Penny e Baby hanno perso i loro genitori da piccole e sono state affidate al loro zio. Lo zio, la moglie e le due figlie, sono tedeschi, ebrei e molto ricchi. Stanno in una grande villa in un piccolo paesino in Italia agli ultimi tempi del fascismo. Penny e Baby frequentano la scuola, ma non vanno in chiesa. Sarà la propaganda fascista a scuola a dare una direzione ai loro pensieri e saranno i figli dei contadini con cui giocano sempre che racconteranno loro la storia di Gesù e spiegheranno concetti come il paradiso e l’inferno.
Ma poi arriva la guerra anche a casa loro: aerei che passano sulle loro teste; soldati che vanno e vengono; cannonate sempre più vicine. Improvvisamente le due bambine avvertono un’altra paura, una paura che non sanno affrontare, una paura che non capiscono.
Il cielo cade racconta il fascismo, la persecuzione antisemita e la religione dal punto di vista di due bambine. Il fascismo e la religione insegnano che lo zio ebreo è cattivo, ma loro gli vogliono bene come se fosse il padre e allora cercheranno in tutti i modi di salvarlo dall’inferno.

…Io mi domando se posso amare mia sorella Baby più del Duce. Ma io però amo Baby come Gesù. Proprio come Gesù, e amo Gesù un po’ di più di Dio, e Dio come Mussolini, e l’Italia e la Patria meno di Dio, ma più del mio orso giallo…
manu

domenica 22 gennaio 2012

Venivamo tutte per mare


Julie Otsuka

Bollati Boringhieri, 2012

€ 13,00


Alcune di noi venivano dalla montagna e non avevano mai visto il mare, tranne che in fotografia, e alcune di noi erano figlie di pescatori che conoscevano il mare da sempre.
Siamo ai primi del '900. Migliaia di giovani donne provenienti dagli angoli più remoti del Giappone partono per l’America. Sono piene di speranza e di paura. Mostrano le une alle altre il ritratto dell’uomo che le attende nel nuovo paese per sposarle. Viaggiano tutte in terza classe in mezzo al sudiciume e sperano in una vita migliore di quella delle loro madri. La più giovane ha dodici anni, la più vecchia trentatre.
Qualcuna lascia una figlia, avuta da un uomo di cui non ricorda neanche il volto.
Sulla nave non potevamo immaginare che avremmo sognato nostra figlia ogni notte fino al giorno della nostra morte, e che nel sogno avrebbe sempre avuto tre anni come l’ultima volta che l’abbiamo vista.
Ma il sogno si infrange sul molo di San Francisco fin dal primo giorno e dalla prima notte.
Si spaccheranno la schiena raccogliendo fragole e mele nei campi presi in affitto dai loro mariti, laveranno i panni nelle lavanderie e i pavimenti nelle case dei signori, partoriranno i loro figli in un paese di cui non imparano la lingua e non capiscono le usanze.
Poi arriverà la guerra, e con l’attacco a Pearl Harbour i cittadini americani di origine giapponese saranno considerati nemici e scompariranno.
Da quella nave si leva un lamento malinconico e straziante, da queste pagine parte una denuncia durissima.
Un libro davvero molto bello.

Julie Otsuka è nata in California, ora lavora e vive a New York. Il suo primo romanzo, When the Emperor Was Divine (2002), ha scalato le classifiche negli Stati Uniti, ed è considerato un classico contemporaneo. Con questo libro, inserito dal New York Times tra i 100 libri più importanti del 2011, ha vinto l’Asian American Literary Award e l’American Library Association Alex Award.                                                                              

marinella m.

                                            

mercoledì 18 gennaio 2012

Le donne e l'Olocausto



Ricordi dall'inferno dei Lager 

Lucille Eichengreen

Marsilio 2012
€ 14,00




15 aprile 1945 – 15 aprile 2010
Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Dietro invito del direttore del memoriale di Bergen-Belsen, il 15 aprile 2010 mi ritrovai in piedi accanto alle fosse comuni dove erano state sepolte le persone che amavo, quelle che avevo conosciuto e con cui avevo condiviso anni di fame e di torture.
Il vento era lieve. Rabbrividii, e il volto mi si rigò di lacrime.
Sessantacinque anni dopo l’occupazione inglese del campo, mi ritrovavo da sola a ricordare quelli che non ce l’avevano fatta. Persone morte miseramente di tifo, di dolore. Furono in migliaia ad essere lasciati qui, gettati in fosse comuni senza nome. Avevano sperato di vedere la pace, avevano immaginato di vedere un futuro dopo la guerra, ma il destino aveva deciso altrimenti. Tutti loro, come Anna Frank, avevano creduto nella bontà degli esseri umani.
A me era toccata una seconda possibilità: quella di vivere e ricordare il passato. Non potevo dimenticare e non potevo perdonare.


Lucille Eichengreen è miracolosamente sopravvissuta a dodici anni di ghetti e a tre campi di concentramento fino alla liberazione di Bergen-Belsen. Oltre a Le donne e l’Olocausto, è autrice dei memoriali Ashes to life (Mercury House) e Rumkowski and the Orphan of Lodz (Mercury House), ancora non pubblicati in Italia.

                                                                                                                                                marinella m.

domenica 15 gennaio 2012

Continente K.


Agota Kristof scrittrice d’Europa

Dvd + Booklet
Casagrande, 2010
€ 22,00



Ieri ho vissuto un istante di felicità inattesa, immotivata. Io l’ho riconosciuta. Era la felicità di un tempo remoto, quando il bambino e io eravamo tutt’uno.
Si apre così il film di Eric Bergkraut. Tra scene in presa diretta e altre di pura finzione, ispirate ai suoi romanzi, il racconto della scrittrice Agota Kristof. Il film documenta il ritorno della scrittrice nella città della sua infanzia, Köszeg, al confine austro-ungarico. L’incontro con i suoi due fratelli e l’amica che l’aveva aiutata a fuggire dall’Ungheria invasa dalle truppe sovietiche. In una libreria la prima lettura pubblica fatta in ungherese, la lingua madre poi “sacrificata”, il momento più intenso.
Ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e nient’altro.
Insieme al dvd, il booklet che raccoglie un’intervista alla scrittrice della ricercatrice in letteratura comparata Erica Durante. E il testo della poesia Vivre, pubblicata in un facsimile fuori commercio dall’Archivio svizzero di letteratura (Fondo Agota Kristof) di Berna.
A.T.

giovedì 12 gennaio 2012

Firenze, maggio 1865: la marchesa Adelaide Ristori in scena

Il 15 gennaio alle ore 17.00, presso la Libreria delle donne di Firenze, conferenza “Firenze, maggio 1865: la marchesa Adelaide Ristori in scena” con proiezione di materiale iconografico.
Il nuovo incontro del ciclo “A teatro con le dive” è dedicato a Adelaide Ristori (1822 – 1906). La vita romanzesca dell’attrice, da figlia di umili guitti a stella di prima grandezza del teatro mondiale e dama di corte dei Savoia, è ricostruita sullo sfondo delle rivoluzioni teatrali dell’Ottocento e delle lotte risorgimentali per l’Unità d’Italia.
Isabella Barlozzetti illustrerà il legame della grande attrice con Firenze e la Toscana, il suo impegno nella causa nazionale e poi nell’assistenza ai più sfortunati. Coordina Milly Mazzei.

L'ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria.
Ai soci Coop sarà applicato lo sconto su tutte le pubblicazioni esposte in libreria.
L'iniziativa è promossa, con la Cooperativa delle donne, dall'Associazione Le Gocce (associazionelegocce@alice.it).

Info www.ildidifesta.it
Prenotazioni: tel.  055 5001495, fax 055 576938, e-mail: info@ttctoscana.com

lunedì 9 gennaio 2012

Avevano spento anche la luna




Ruta Sepetys

Garzanti 2011
€ 18,00




Non fu un bussare. Fu un rimbombo cupo e insistente che mi fece sobbalzare sulla sedia.
Lina Vilkas ha quindici anni quando, il 14 giugno 1941, la polizia sovietica irrompe in casa sua, in Lituania e la porta via insieme alla mamma e al fratello Jonas di undici anni.
Suo padre è il rettore dell’università e come molti altri dottori, professori, scrittori è sulla lista nera.
Ammassati su carri bestiame, insieme ad altre centinaia di persone, sono deportati in Siberia. Chi non muore di fame e di malattia sarà stroncato dal gelo del lungo inverno polare.
Da questo inferno Lina si vuole salvare con tutta se stessa e, quando non è costretta a scavare, disegna...
Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna rompe il silenzio su uno dei crimini più efferati della storia dell’Europa contemporanea, la deportazione dai paesi baltici nei gulag staliniani.
Un altro libro che costringe il ’900 a fare i conti con una parte di sé oscura e oscurata.

Ruta Sepetys è nata in Michigan, da una famiglia di rifugiati lituani. Non ha mai dimenticato le sue origini e la storia della sua famiglia. Per questo è andata in Lituania, nel tentativo di recuperare la memoria paterna. Per scrivere Avevano spento anche la luna le ricerche sono state impegnative e l’hanno portata a visitare i campi di lavoro in Siberia e a conoscere storici e tantissimi sopravvissuti, che l’hanno aiutata a descrivere i particolari più importanti di quel passato di atrocità.
marinella m.

mercoledì 4 gennaio 2012

Buon anno



Cecilia D'Elia
Nina e i diritti delle donne

illustrazioni di  Rachele Lo Piano

Sinnos 2011
€ 15,00



 Attraverso la storia di tre generazioni, le conquiste delle donne dal 1940 ad oggi. Oggi i bambini e le bambine posso scegliere cosa fare da grandi. Ma in Italia, solo 45 anni fa, alcune professioni erano vietate alle donne: come la magistratura e altre ancora nei pubblici uffici. Il racconto di come è cresciuta l’Italia attraverso l’evoluzione dei costumi, delle donne e della società intera: per mostrare ai giovani lettori che niente si può dare per scontato e che tanti diritti che oggi sembrano ovvi sono in realtà frutto di grandi battaglie avvenute pochi anni fa e che non vanno dimenticate.