giovedì 24 giugno 2010

I parassiti





Daphne du Maurier


il Saggiatore 2010
€ 17,00



“Abbiamo passato un pomeriggio insolito” disse Niall “ci siamo trovati catapultati nel passato, tutti e tre. Abbiamo ricordato cose che parevano dimenticate. O se proprio non dimenticate, sepolte.” “Una volta” ribatté Charles “nella mia posizione ufficiale di magistrato del distretto mi è toccato assistere a una riesumazione. Lo scoperchiamento della bara non è stato piacevole. E il corpo puzzava.” “Gli odori degli sconosciuti, morti o vivi, non sono mai piacevoli” disse Niall. “Ma l’odore di una persona, gli odori di quelli che ami possono produrre uno strano incanto. E hanno anche un certo valore. Io credo che nel pomeriggio noi abbiamo scoperto proprio questo.” Charles tirò una boccata del sigaro. Niall si accese una sigaretta. Celia rimase in ascolto dei battiti del suo cuore agitato. Maria mangiava la sua arancia.


Possiamo ora leggere nella nuova bella traduzione di Marina Morpurgo il coinvolgente romanzo della nota scrittice inglese Daphne du Maurier (1907-1989), pubblicato in Inghilterra nel 1949 e uscito per la prima volta in Italia nel 1957 nella collana Medusa della Mondadori.
È la storia della famiglia Delaney, che si dipana tra le due guerre mondiali e nell’immediato secondo dopoguerra tra Parigi e Londra. L’autrice racconta il loro inusuale modo di vivere che – avendo come punto di riferimento l’arte – ha per cornice i teatri più importanti d’Europa ed è segnato da continui spostamenti tra un albergo e l’altro. In un piovoso pomeriggio di domenica Maria, Niall e Celia, che sono vissuti come fratelli, hanno tra loro rapporti profondi e sono tutti e tre dotati di grande talento artistico che non sempre ha potuto trovare compiuta espressione, si ritrovano nella casa di famiglia di Charles Wyndham (marito di Maria e gentleman che mal sopporta lo stile bohemien dei Delaney) e ripercorrono la propria vita ricordando l’infanzia, rievocando le stravaganti figure dei genitori sempre insieme sul palcoscenico (cantante famoso il padre di Maria e Celia, ballerina straordinaria la madre di Niall e Celia), considerando le proprie fragilità dovute a una vita non convenzionale.
La sottile analisi psicologica dei personaggi rinvia a vissuti autobiografici dell’autrice: i tre figli rappresentano – come disse lei stessa in un’intervista – diversi aspetti del suo carattere e della sua personalità, mentre le figure genitoriali e le relazioni familiari complesse narrate nel romanzo sono quelle dei du Maurier.
mm

martedì 22 giugno 2010

Una giornata al monte dei pegni




Elena Loewenthal


Einaudi 2010
€ 10,50




Gli oggetti di per sé non hanno un’anima, siamo noi che gliela diamo, sia quando li conserviamo sia quando ce ne disfacciamo.
Ciò che le persone portano al banco dei pegni è quindi molto di più della pelliccia, del piatto d’argento, del tappeto o della catenina d’oro. Gli oggetti, piccoli o grandi, rappresentano brandelli di vita passata o sono l’ultima spiaggia di quella presente, dura e faticosa.
Sul banco dei pegni passano la miseria, la solitudine, il rancore, il rimpianto, la vergogna, la nostalgia, ma sempre accompagnati dall’attesa… perché ogni oggetto viene depositato con la speranza (per lo più vana) di poterlo un giorno riscattare.

Elena Loewenthal è narratrice e studiosa di ebraistica. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi. Il suo ultimo romanzo è Conta le stelle, se puoi.
marinella m.

mercoledì 16 giugno 2010

Storia delle mie storie



Miti, forme, idee della letteratura per ragazzi


Bianca Pitzorno


Net, 2006
€ 9,00


Ed ecco che dalle pagine dei romanzi mi arrivava il conforto, la consolazione se non la salvezza. Come qualche anno prima la scoperta della immortalità della scrittura mi aveva consolato della brevità della singola vita umana nel tempo, ora la scoperta della “universalità” della scrittura mi consolava della finitezza, della limitatezza dell’esperienza individuale nei confini spaziali definiti dal nostro corpo, dalle frontiere del nostro ambiente e paese. E non solo. Mentre mi offriva di vivere restando sempre me stessa, un’infinità di altre vite, la letteratura si mostrava capace anche di consolarmi della mia solitudine, rivelandomi l’esistenza di compagni a me affini…


Bianca Pitzorno racconta, dopo aver divertito generazioni di bambini e bambine con le sue storie, la sua personale avventura, narrandoci attraverso alcuni ricordi autobiografici la sua infanzia in Sardegna, i rapporti con la famiglia, le prime, precocissime, esperienze di scrittura e lettura. Scopriamo così il suo personalissimo percorso creativo, dalla scoperta del piacere della lettura al piacere di scrivere per l’infanzia. Ripercorrendo la propria esperienza di bambina, lettrice e poi narratrice, la Pitzorno cerca quindi di definire che cosa sia la letteratura per l'infanzia e in che cosa si differenzi da quella per gli adulti. Oltre ai libri che la conquistarono da piccola, influenzandone gusti e formazione - dall’Isola del tesoro a Alice nel paese delle meraviglie a Pinocchio - la scrittrice ci svela gli ingredienti fondamentali per il suo lavoro: ascoltare, osservare, leggere e pensare.
C.L.

venerdì 11 giugno 2010

Orario estivo



Dal 14 giugno
e per tutta l'estate la libreria cambia gli orari di apertura: lunedì 15,30-19,30; martedì - venerdì 9,30-13,00; 15,30-19,30; sabato: chiuso.

Info e contatti: tel. 055 240384 - fax 055 2347810 - e-mail: libreriadonne@iol.it


Il Centro di documentazione è aperto al pubblico il mercoledì, con orario 15,30-17,30.
Info e contatti: tel. e fax 055 2347810 - e-mail: fili@donne.toscana.it - coop@donne.toscana.it

mercoledì 9 giugno 2010

Ipazia di Alessandria



Riflessioni sulla libertà di pensiero fra passato e presente




Giovedì 10 giugno 2010, alle ore 17.30, al Giardino dei Ciliegi, Margherita Hack e Enzo Mazzi parlano di Ipazia, di libertà di pensiero, della "forza generatrice" dell'eresia.
L'incontro, coordinato da Sandra Cammelli, è organizzato in collaborazione con la Libera Università “Ipazia” e la Comunità dell’Isolotto.

L’altalena del respiro


Herta Müller

Feltrinelli 2010
€ 18,00


Tutto quel che ho lo porto con me. Oppure: tutto quello che è mio me lo porto appresso. L’ho portato tutto, quello che avevo.

Il desiderio di scrivere questo romanzo nasce dal racconto della vita quotidiana del Lager, della deportazione del poeta Oskar Pastior, morto improvvisamente nel 2001, e dalle testimonianze di altri sopravvissuti rumeno-tedeschi. Nella postfazione al romanzo il rammarico di Herta Müller di averlo scritto da sola. Nei ricordi della sua infanzia ‒ sua madre trascorse cinque anni in un campo di lavoro forzato ‒ la deportazione è vissuta come tremendo tabù, testimone del periodo fascista della Romania: da ciò la necessità di documentarsi.
Attraverso gli occhi del diciassettenne Leopold i cinque anni vissuti da deportato.
1945. Leo è nella lista dei russi, una situazione accettabile, non aveva paura ma un’impaziente voglia di andarsene e una cattiva coscienza, … in un posto che non mi conoscesse. Il viaggio nel vagone bestiame è la presa di coscienza, quella notte forse non io ma la paura in me diventò improvvisamente adulta. La fatica, il disgusto, l’angelo della fame che gli insegna a mendicare. … Aghi di ghiaccio continuavano a nevicare nella pioggia, e noi eravamo lì nel nostro orrore, dentro e fuori di noi un silenzio mostruoso. … Anche il freddo glaciale, in cui non ci si può muovere, fila l’orrore e lo rende mite. Nella trance del congelamento mi arresi all’idea che mi fucilassero.
Gennaio del 1950, Leo ritorna a casa, al congedo dal Lager l’imponente paura della libertà . … Che qui a casa non può essere altrimenti perché tutto è rimasto con sé. Tutto tranne io. In mezzo alla gente sazia di casa la libertà mi dava le vertigini. … Il mio umore era instabile, addestrato al crollo e a un’angoscia animale, servile, il mio cervello bisognoso di sottomissione. Il mio ritorno a casa è una felicità storpiata … una trottola della sopravvivenza che a ogni sciocchezza si mette a girare.

A.T.

lunedì 7 giugno 2010

La memoria delle donne

All'Auditorium dell'Archivio di Stato di Firenze (viale Giovane Italia 6), due importanti appuntamenti organizzati dall'Associazione "Archivio per la memoria e la scrittura delle donne".

Lunedì 7 giugno 2010, alle ore 16.00, la presentazione del volume Racconti sgradevoli di Jole Zanetti (Garzanti, 2010), con Maria Fancelli, Ernestina Pellegrini e Uta Treder, letture di Angela Giuntini e un intervento di Claudio Magris.

Giovedì 10 giugno 2010, alle ore 16.30, l'incontro "Libri di spirito e immagini devote", a partire dal volume Libri di spirito. Editoria religiosa in volgare nei secoli XV-XVII di Gabriella Zarri (Rosenberg & Sellier, 2009). Intervengono Maria Pia Fantini, Anna Scattigno e Gabriella Zarri.

domenica 6 giugno 2010

Beirut I love you


Zena el Khalil

Donzelli 2010
€ 16,00


Un amore profondo, un legame viscerale lega la giovane Zena alla sua città, Beirut.
Una città sempre in guerra, anche quando le guerre sono finite. Una città divisa dal fanatismo delle religioni, ricostruita più volte e altrettante distrutta, segnata dai lunghi conflitti con gli israeliani.
Anche Zena, come la sua città, è una donna lacerata in cerca del senso da dare alla sua vita: amori che finiscono, l’amata amica Maya che muore, bombe che esplodono.
Nel Paese dei cedri Zena ha vissuto altre vite che tutte si intrecciano con quella sua di oggi, giovane araba attaccata alla vita, in ogni sua espressione.
Beirut è un brivido di paura, è il battito accelerato di un cuore malato, ma Zena sa che proprio per questo non può che vivere qui.
Un racconto autobiografico e il ritratto di un paese narrati con una prosa incalzante, a tratti eccessiva, a tratti poetica.

Zena el Khalil è nata a Londra nel 1976. Attualmente vive tra Beirut e Torino. Artista riconosciuta a livello internazionale utilizza, nei suoi lavori, la pittura, la performance, l’istallazione. Durante la guerra del 2006 apre un blog che racconta l’assedio del Libano e suscita un grande interesse internazionale.
marinella m.

Poesia contemporanea alle Oblate

Prende il via l'11 giugno alla Biblioteca delle Obalte, con un recital delle poetesse Amparo Ruiz Lujaz, Mireia Calafell, Neus Aguado e Teresa Pascual, il festival internazionale di poesia promosso dal Comune di Firenze e curato dal Laboratorio Nuova Buonarroti.

Il programma presenta numerosi e importanti poeti di diversa area linguistico-culturale: spagnola e catalana (con le quattro poetesse della serata di apertura e poi con il poeta venezuelano Moya), francese (con la franco canadese Bouchard e con Rueff), inglese (dai britannici Clanchy e McGuinnes all'anglocanadese Keefer, all'indiana Tyagy e all'israeliana Alkalay-Gut), slava (Horvat, Vrljic), tedesca (Pumhoesel, Taylor), italiana (De Signoribus, Pusterla, Carifi e altri).

mercoledì 2 giugno 2010

Un incantevole aprile




Elizabeth von Arnim


Bollati Boringhieri 1993
€ 17,00



...Era una sera di luna piena, il giardino pareva un luogo incantato dove tutti i fiori sembravano bianchi. I gigli, le dafne, i fiori d'arancio, le violacciocche, i garofani, le rose, si distinguevano tutti bene come di giorno, mentre dei fiori colorati si sentiva solo la fragranza...


Un club modesto per signore di Londra, un pomeriggio deprimente di febbraio. Un annuncio, The Times, un piccolo castello medievale italiano, affittasi.
Quattro signore molto diverse fra loro, conosciutesi per caso, in cerca di pace e desiderose di trovare sollievo dalla noiosa vita quotidiana s’incontrano e decidono di trascorrere un mese di convivenza forzata. Dopo un'iniziale diffidenza, alla seconda settimana l’armonia regnava ovunque, complice l’atmosfera paradisiaca di San Salvatore e non un mese a caso, l’incantevole aprile. Magico.
A.T.