Widad Tamimi
Mondadori 2012
€ 17,50
Ogni mattina, quando gli uomini erano usciti per andare al lavoro, la nonna e le zie di Qamar si riunivano nel salotto della Grande Casa e preparavano il caffè alla maniera araba, macinato fine e fatto bollire tre volte in un ibriq di rame, amaro e profumato di cardamomo.
Al caffè era sempre invitata la vicina Khalto Sherin, una donna anziana, intelligente e saggia, che sapeva leggere nel sedimento lasciato dalla polvere nella tazzina il destino di ciascuna di loro.
Qamar, di padre giordano e madre italiana, vive a Milano, ma passa le vacanze nella casa dei nonni paterni ad Hamman. Le due culture di cui è figlia si scontreranno durante l’estate dei suoi quattordici anni, quando, diventata ufficialmente donna, per evitare contatti promiscui, sarà sottratta al gioco con gli amici e le sarà proibito di spostarsi liberamente da sola. Lascerà la Giordania, convinta che sarà per sempre.
Tornerà invece ad Hamman, ma solo molto tempo dopo, quando il dolore di una maternità mancata manderà in frantumi le sue certezze e la vita che si è costruita a Milano.
Sarà il bisogno di riannodare i fili tra il mondo della sua infanzia e quello di donna adulta a riportare Qamar nella Grande Casa. Solo dopo questo lavoro di cucitura interiore sarà in grado di accettare ciò che Khalto Sherin aveva letto nel sedimento lasciato dal caffè nella sua tazzina, una mattina di tanti anni prima.
Widad Tamimi è nata a Milano nel 1981. Figlia di un profugo palestinese fuggito dall’occupazione israeliana nel 1967 e di una donna di origini ebree, la cui famiglia scappò a New York durante la seconda guerra mondiale, è cresciuta in Italia. Il caffè delle donne è il suo primo romanzo.
marinella m.
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