domenica 16 febbraio 2014

Chi verrebbe a cercarci qui, in questo posto isolato?

 
Izieu, una colonia per bambini ebrei rifugiati (1943-1944)

a cura di Stéphanie Boissard e Giulia Ricci

Anniversary books, 2014
€ 15,00


Gli eventi
11 novembre 1942. I tedeschi invadono la zona non occupata (dopo l’armistizio con la Germania del 22 giugno 1940, la Francia era stata divisa in zone, quella occupata a nord e quella non occupata al centro-sud).

5 maggio 1943. Sabine Chwast e suo marito, Miron Zlatin, insediano a Izieu, nel dipartimento dell’Ain,  “una colonia  di bambini rifugiati”, fino a quel momento ospiti nella “Maison d’enfants” di Lodeve.

6 aprile 1944. La Gestapo rastrella i 44 bambini e i 17 adulti presenti nella colonia d’Izieu. Alle ore 20.10 dello stesso giorno Klaus Barbie firma ed invia un telex alla Polizia di Sicurezza e dei Servizi di Sicurezza in Francia, che annuncia la retata della colonia, enumera gli adulti e i bambini arrestati ed informa che gli stessi saranno trasferiti al Campo di Drancy il giorno dopo.
Sabin Zlatin non era presente: si era recata a Montpellier per trovare un posto più sicuro per i bambini.

8 aprile 1944. Gli adulti e bambini d’Izieu, dopo una notte passata nella prigione di Lione, entrano a Drancy registrati dal numero 19185 al numero 19235.

13 aprile - 30 giugno 1944. In questo periodo, con convogli diversi, 42 bambini e 16 adulti  vengono deportati ad Auschwitz. Tornerà solo l’educatrice Lea Feldblum. Il direttore Miron Zlatin e due adolescenti partiranno il 15 maggio 1944 e saranno uccisi a Tallinn, in Estonia.

7 aprile 1946. Si tiene la prima cerimonia in ricordo degli ospiti d’Izieu e sulla casa viene apposta una targa con i loro nomi e l’età di ciascuno.

La casa
La casa, scelta da Sabine Zlatin perché appartata e posta in alto rispetto alla strada, è situata nella zona sud del Bugey tra le colline della catena del Giura e si affaccia sulle Alpi. “Sono molto contenta si essere qui, ci sono delle belle montagne e dalla cima delle montagne si vede il Rodano che passa ed è molto bello” scrive Mina Aronowicz alla zia rifugiata negli Stati Uniti.

Il libro
Curato da Stephaine Boissard e Giulia Ricci, oltre ad una dettagliata ricostruzione storica, ci restituisce attraverso tante bellissime fotografie la vita nella casa e i volti sorridenti dei bambini che la abitarono e che non ci sono più:
Sami Adelsheimer, Hans Ament, Mina Aronowicz, Jean Paul e Max-Marcel Balsam, Esther, Elie e Jacob Benassayag, Jacques, Richard e Jean-Claude Benguigui, Baruk-Raoul Bentitou, Albert e Marcel Majer Bulka, Lucienne Friedler, Edmond Egon Gamiel, Maurice e Lilian Gerenstein, Henry-Chaim e Joseph Goldeberg, Claudine e Mina Halaunbrenner, Georges Halpern, Arnold Hirsch, Isidore Kargeman, Liane e Renate Krochmal, Max Leiner, Claude Levan-Reifman, Frtz Loebmann, Alice-Jacqueline Luzgart, Marcel e Paula Mermelstein, Theodore (Theo) Reis, Gilles Sadowski, Martha e Senta Spiegel, Sigmund Springer, Sarah-Suzanne Szulklaper, Herman e Max Tetelbaum, Charles Weltner, OttoWertheimer, Emile Zuckerberg.


marinella m.

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