venerdì 24 luglio 2009

L’Harem e l’Occidente




Fatema Mernissi

Giunti 2000

€12,50



Gli occidentali si sono impadroniti dell'immagine di donna prigioniera e voluttuosamente in attesa del califfo-uomo. E soprattutto passiva. Tutto il contrario di quello che avveniva realmente negli harem, dove le schiave sapevano cantare, ballare, recitare versi. Più erano colte, più avevano la possibilità di diventare le favorite del sultano. Inoltre l'harem non ha nulla a che vedere con il piacere come si pensa in Occidente…

In questi tempi di deriva maschilista, mi piace segnalare un libro divertente e intelligente, pubblicato alcuni anni fa dalla sociologa maghrebina Fatema Mernissi sul tema dell’harem. Fatema ribalta provocatoriamente la condizione del concubinaggio secondo lo stereotipo vagheggiato dall'immaginario degli uomini occidentali – nella letteratura e nella pittura – restituendoci l’immagine dell'harem come di un luogo in cui una donna sapeva mantenere la propria dignità e accrescere la propria personalità.
Fatema riscatta quindi la donna musulmana dalla sua condizione di passività, confrontandola con quella occidentale, che è costretta a vivere un altro tipo di harem, una prigione non fisica ma mentale: l’ossessione per il culto della bellezza e della gioventù. Per non restare invisibile la donna occidentale deve sottostare ai canoni di bellezza stabiliti dagli uomini, dall’industria della moda, deve entrare nella taglia 42, restare giovane nonostante il passare del tempo, esibire un seno prorompente, labbra esplosive, una pelle da eterna adolescente.
Con grande humour, Fatema stravolge i pregiudizi tra uomini e donne, tra occidente e oriente, e ci fa riflettere sul rapporto che noi donne abbiamo col nostro corpo.

C.L.

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