martedì 3 novembre 2009

Lasciami l’ultimo valzer




Zelda Fitzgerald


Bollati Boringhieri 2009

€ 19,00



Pubblicato nel 1932, Lasciami l’ultimo valzer è l’unico romanzo di Zelda Sayre Fitzgerald, musa dell’“età del jazz” e moglie di Francis Scott Fitzgerald. Dolorosamente autobiografico, il libro narra la storia di Alabama Beggs, bella e anticonvenzionale ragazza del Sud, che sposa un artista, viaggia con lui in Europa, conducendo una vita relativamente infelice. La ricerca di qualcosa per sé, che Alabama trova nella danza, attraversa tutto il libro come un brivido di febbre fa con un corpo malato. A dispetto della vita stimolante che conduce, l’insoddisfazione segna la sua esistenza, come il gusto di amaro che talvolta accompagna dolci molto speziati.
Ai dialoghi serrati Zelda alterna bellissime descrizioni di ambienti e atmosfere.

Il treno li trasportò attraverso il carnevale rosa della Normandia, oltre il delicato merletto di Parigi e gli alti terrazzi di Lione, i campanili di Digione e il bianco romance di Avignone, fino al profumo dei limoni, al fruscio del fogliame scuro, alle nubi di falene che sferzavano il crepuscolo purpureo, fino alla Provenza, dove la gente non ha bisogno di vedere, a meno che non vada in cerca dell’usignolo.

Zelda Sayre Fitzgerald nacque a Montgomery, in Alabama, nel 1900. Cresciuta in una solida famiglia del profondo sud degli Stati Uniti, fu fin da giovane al centro dei pettegolezzi della sua città, per i suoi atteggiamenti anticonformisti. Nel 1920 sposò Fitzgerald; due anni dopo ebbero una figlia, Frances. Lo scrittore era all’apice del successo e la coppia divenne il modello vincente dei “ruggenti anni Venti”.
A ventisette anni, appassionatasi alla danza, Zelda decise di intraprendere una carriera da ballerina, impresa che contribuì, insieme a una vita coniugale scossa da risentimenti e gelosie, a renderla ancora più fragile. Al suo primo ricovero in sanatorio, nel 1930, con una diagnosi di schizofrenia, ne seguì un secondo nel 1932, dopo la morte del padre. La degenza in clinica non le impedì però di completare il romanzo Save me the Waltz. Entrata di nuovo in ospedale psichiatrico nel 1936 ad Asheville, in Carolina del Nord, vi morì nel 1948, insieme a diversi altri degenti, in un incendio che devastò la clinica.

marinella m.

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