Julie Orringer
Einaudi, 2012
€ 22,00
Settembre 1937, stazione di Budapest.
Il giovane Andras Levi è in partenza per Parigi, dove, grazie a una borsa di studio, lo aspetta l’Ecole Speciale d’Architecture. Il fratello maggiore Tibor è venuto a salutarlo, Andras ha in mano una valigia di cartone e in tasca una lettera che gli è stato chiesto di recapitare a una certa Klara Morgenstern.
Dicembre 1956, ministero dell’interno di Budapest.
Andras e Klara, e i loro figli Tamas ed Apriilis, hanno ottenuto i documenti con nuovi nomi con i quali lasceranno illegalmente l’Ungheria dopo l’occupazione sovietica. Insieme a loro è il fratello minore di Andras, Mathias.
Partiranno per NewYork con il nome di Andras e Mathias Tibor.
Sono passati venti anni da quando lo studente Andras Levi era salito sul treno andando incontro a una nuova vita.
Mai avrebbe immaginato, affacciato a quel finestrino, che a Parigi avrebbe trovato la donna della sua vita e che il loro legame non sarebbe stato spezzato dagli orrori che avrebbero visto e patito.
Le loro vite, come quelle degli ebrei di tutta Europa, saranno frantumate e offese dalla guerra, ma il dolore per la perdita degli affetti più cari, la paura, la fame, le umiliazioni, i maltrattamenti, non sarebbero riusciti ad abbattere il ponte invisibile che il promettente allievo dell’Ecole Speciale d’Architecture, Andras Levi, sognava di costruire passeggiando per il Quartiere Latino insieme ai suoi compagni di corso.
marinella m.
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