Irit Amiel
Keller, 2010
€ 13,50
Fratture, separazioni, interruzioni, perdite, ma anche ritrovamenti, ritorni, speranze…
Partenze senza ritorno dai ghetti della Polonia, esodo verso la vita in Israele…
Irit Amiel, con linguaggio asciutto quanto intenso, ci introduce nel mondo degli “scottati” che lambiti, ma non divorati dal fuoco, feriti, ma non vinti, non hanno perso insieme al desiderio di vivere l’aspirazione alla felicità.
Un uccellino emise un bel trillo cristallino, al che lei proruppe in un pianto dirotto. Come se in quel momento avesse compreso per la prima volta che né la sua mamma, né il suo papà avrebbero mai più potuto vedere o udire, o sentire nulla dello splendore di questo mondo. Forse in lei si era finalmente fatta strada una disposizione d’animo nuova, che le permise di mettere da parte il suo ego ferito e di pensare soltanto a loro. Perché se era vero che lei aveva perso i genitori, era ancor più vero che loro avevano perso la vita, e lei, e il mondo.
Nata nel 1931, Irit Amiel ha trascorso i primi anni della seconda guerra mondiale nel ghetto di Cestocova, in Polonia, riuscendo a fuggire e a salvarsi procurandosi dei falsi documenti ariani.
Ha lasciato la Polonia nel 1945 per raggiungere la Palestina, clandestinamente, solo due anni dopo, nel 1947, passando per la Germania, l’Italia e Cipro. Da allora vive in Israele e alterna lavori in prosa a raccolte poetiche.
Fratture è stato inserito nella rosa dei candidati al Nike 2009, il più prestigioso premio letterario polacco assegnato al miglior libro dell’anno.
marinella m.
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