Rappresentazioni della donna tra archeologia e simbolismo
Giovedì 22 marzo, alle ore 18, presso la Libreria delle donne di Firenze, Selene Ballerini, giornalista e scrittrice, esperta di tematiche legate alla sacralità femminile, presenterà il libro dell’archeologa lituana Marija Gimbutas Il linguaggio della Dea (Venexia 2008), un testo che ha rivoluzionato l’approccio all’archeologia preistorica e protostorica ampliando le prospettive sulle origini della cultura occidentale, ma soprattutto facendo riemergere dall’oblio le testimonianze del ruolo centrale svolto dalla donna nelle società primitive di un lontano passato di stampo matriarcale. Il volume esamina un ampio repertorio di oltre duemila manufatti, in parte frutto degli scavi condotti dalla stessa Gimbutas nel bacino del Danubio, nel nord della Grecia, in Italia, a Malta. L’attenta analisi dei reperti ci porta alla riscoperta di una grande varietà di immagini, figurazioni, simboli, incisi o dipinti sulle pareti di grotte e ripari preistorici, su statuette, vasi e monili in pietra, osso, avorio, terracotta. Molti segni e simboli sembrano riferirsi costantemente al culto di una Grande Dea, dispensatrice di vita, espressione della terra che si rinnova ciclicamente, simbolo della fertilità e delle energie che regnano nell’universo, ma anche signora della morte, che è l’altro principio, opposto ma complementare, della vita stessa, la cui presenza è sopravvissuta nella mitologia greca, nel folclore e nelle grandi religioni insieme al culto del Dio padre.
Con proiezione di materiale iconografico
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2 mesi fa
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