Gli ebrei e le parole. Alle radici dell'identità ebraica
Amos Oz, Fania Oz-Salzberger
Traduzione di Elena Löwenthal
Feltrinelli 2013, € 17,00
È passato qualche anno da quando, attempata studentessa in procinto di mettere mano alla tesi di laurea, chiesi a Milka, nel nostro primo incontro: “Cos’ha tenuto insieme gli ebrei in un così lungo arco di tempo, dopo le cacciate, i pogrom e l’ultima e più terribile delle persecuzioni?”.
Milka Ventura, fiorentina, studiosa di esegesi biblica, scrittrice, traduttrice e, allora, docente universitaria, nonché donna straordinaria che come un angelo custode seguì il mio lavoro passo passo, mi rispose “I testi, le feste e lo Stato di Israele”.
Così ebbe inizio il mio viaggio di laica non ebrea in una terra sconosciuta e, per me, non promessa.
Anche per Amos Oz e sua figlia Fania Oz-Salzberger il cuore della continuità ebraica sono i testi e le parole.
Di generazione in generazione gli ebrei hanno continuato a interpretare, discutere e anche polemizzare sui loro testi sviluppando una trazione scritta e orale che appartiene a tutti, che vivano in Israele come in America o in Europa.
È questo lungo e variegato filo di parole che lega Abramo e Philip Roth, l’anonimo autore forse femminile del Cantico dei Cantici e Woody Allen, gli ortodossi e i non credenti, le figure femminili della Bibbia e le scrittrici israeliane di oggi.
Questo libro ricco di cultura, di umorismo, di poesia e di curiosi aneddoti, frutto del lavoro di un narratore e di una storica, è stato scritto, nell’intento dei suoi autori, per continuare la conversazione e aprire un dialogo con chi ebreo non è.
Amos Oz è uno degli intellettuali israeliani più conosciuti: autore di libri per ragazzi, romanzi, saggi, insegna letteratura all’Università Ben Gurion del Negev.
Fania Oz-Salzberger, scrittrice e storica delle idee e del pensiero politico, insegna storia alla facoltà di Legge dell’Università di Haifa. Ha insegnato anche all’Università di Monash e a Princeton.
marinella m.
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