Suad Amiry
Traduzione e cura di Maria Nadotti
Feltrinelli 2013
€ 16,00 euro
Scrivo questo libro nella speranza di cancellare il lato oscuro dell’umanità, non di perpetuarlo.
Il 4 maggio 1948 gli inglesi lasciarono la Palestina.
Il 5 maggio fu proclamato lo Stato di Israele.
Quello che da allora è per gli israeliani un giorno di festa, per i palestinesi è la Nakba (catastrofe). Dopo di allora i palestinesi, cacciati dai villaggi e dalle case, si rifugiano nei territori rimasti loro dopo la guerra: la Striscia di Gaza sotto il controllo dell’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est sotto il controllo della Giordania.
In Golda ha dormito qui, Suad Amiry racconta di come la sua famiglia e le famiglie di suoi parenti e conoscenti furono strappati alle loro abitazioni per non farvi più ritorno.
Costruite in gran parte dal grande architetto Pash Muhandis Andoni Aaramki, adornate con maioliche pregiate e contornate da floridi giardini, furono espropriate dagli israeliani che ne sono oggi i proprietari. Ai palestinesi che le abitarono e amarono non rimane che guardarle da lontano, le splendide dimore della loro infanzia e della loro giovinezza, e piangere o gridare.
Avevano perso la casa, il giardino, il frutteto, il campo, la terra dove erano nati.
Piangevano la perdita del sole che si tuffa in mare aperto nel Mediterraneo.
I commercianti piangevano la perdita di suk e mercati: il brusio e i rumori del centro storico di Acre, Haifa, Giaffa, Lod, Ramlah, Asqalan e Asdoud.
Piangevano moschee, chiese, santuari e monasteri.
I pescatori piangevano il loro mare … i contadini piangevano gli aranceti e i vigneti, gli olivi secolari, l’ombra del fico, i mandorli in fiore, le macchie amaranto del gelso e del melograno, il cardo e il fico d’India.
Ai bambini mancava la scuola, ma rimpiangevano anche i giochi nei vicoli, il mare salato e le spiagge dalla sabbia sottile in cui affondare i piedi, le cavalcate in groppa a un asinello, i tuffi nelle cisterne d’acqua.
Non sempre la casa è dove siamo noi.
marinella m.
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