Grete Weil
La Giuntina 2008
€ 12,00
Le “conseguenze tardive” di cui narra Grete Weil sono quelle, terribili, dell’Olocausto in chi è sopravvissuto. Quella che l’autrice ci restituisce è un’umanità dolente, scampata agli orrori del lager, ma non viva. Donne e uomini che, pur avendo salva la pelle, non hanno salvato, a tanti anni di distanza, l’anima. Auschwitz è come un male per il quale non c’è cura.
Grete Weil, nata Dispeker, ebrea tedesca, come lei stessa si definisce, fugge in Olanda nel 1935 insieme al marito Edgar Weil che nel giugno del 1941 è deportato nel campo di Mauthausen, dove muore il 17 settembre dello stesso anno.
Grete, devastata dal dolore per la perdita di Edgar, sopravvive e nel 1947 torna a vivere in Germania, “la terra dei miei assassini e della mia lingua”. L’integrazione come scrittrice non è facile: la Repubblica Federale Tedesca degli anni ’50 e ’60 poco volentieri si confronta con le tragiche vicende del periodo nazista. Il successo ed il riconoscimento arrivano nel 1980, quando Weil ha settantaquattro, anni con il romanzo autobiografico Mia sorella Antigone. Muore a Monaco nel 1999.
marinella m.
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