lunedì 6 giugno 2011

Ave Mary



E la Chiesa inventò la donna

Michela Murgia

Einaudi 2011
€ 16.00



…Ma in tutto questo Maria ha fatto solo quello che ha voluto, nei tempi e nei modi che ha deciso, a condizioni stabilite da lei, costringendo di fatto a piegarsi alla sua libertà di dire sì tutto il sistema che la circondava e pretendeva di dettarle legge. … Il Dio che ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili ha anche destabilizzato una volta per sempre la gerarchia patriarcale tra l’uomo e la donna, facendo di una ragazza la massima complice della salvezza del mondo. …con il suo sì ha fatto saltare il tavolo, ha stabilito le condizioni del riscatto, ha voltato la carta della storia di Israele e non c’è più nessuno che potrà farle credere che qualcosa non è più possibile a una donna...

Dopo l’accabadora, Maria. È un libro di esperienza, non di sentenza si legge nelle prime pagine; scritto da una credente per anni animatrice dell’Azione Cattolica. Un libro su come la Chiesa ha raccontato Maria e inventato la donna.
L’educazione cattolica riveste ancora un ruolo forte nel fornire la chiave di lettura del mondo, nel continuo suo condizionare il nostro stare insieme da uomini e donne.
Il cattolicesimo non ha inventato un modello di donna come essere inferiore, sottomesso ‒ esisteva da secoli ‒ ma ne ha legittimato una certa sua rappresentazione. Non ha usato il potenziale innovativo del messaggio cristiano e della figura di Maria per modificare un certo sistema. Dalla dottrina del peccato originale all’invenzione del genio femminile ovvero diventare moglie e madre in senso proprio o in senso universale attraverso cioè la consacrazione religiosa. E ancora, sancendo l’impossibilità di considerare, pregare, un dio madre ‒ snaturerebbe il cristianesimo ‒ e fondando il matrimonio, ultimo dei sacramenti elaborati, sulla relazione Cristo/Chiesa, marito/moglie, uomo/donna. Una relazione di sottomissione che porta la donna alla subordinazione, anche in caso di violenza, e a legittimare un suo ruolo strumentale.
Che cosa può aver significato e ancora significa per le donne credenti e non doversi rapportare a un modello che non rappresenta la morte femminile? Vedersi negare qualunque lettura redentiva, utile del proprio dolore? Perché, ancora, la Chiesa non assume una posizione controcorrente rispetto all’idea distruttiva della vecchiaia delle donne e del loro corpo?
Una donna può scegliere di essere Eva e Maria?
A.T.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un libro da leggere necessariamente . interessante , chiaro ma ricco di stile e contenuti . Una visione trascritta di ciò che noi donne sentiemo in sottofondo ed a volte non riusciamo a tradurre in concetti a noi stesse comprensibili appieno ... da leggere assolutamente ...
Stefania