domenica 25 ottobre 2009

Quaderno proibito




Alba de Céspedes


Net 2006
€ 8.00




Ogni volta che apro questo quaderno guardo il mio nome, scritto in prima pagina.
Mi compiaccio della mia scrittura sobria, non molto alta, piegata da un lato, che pur denunzia chiaramente la mia età. Ho quarantatré anni, sebbene, quando ci penso, non riesca a convincermene. Anche gli altri stupiscono nel vedermi accanto ai miei figli e mi fanno sempre qualche complimento che fa sorridere con impaccio Riccardo e Mirella. Comunque ho quarantatré anni e mi pare vergognoso ricorrere a puerili sotterfugi per scrivere in un quaderno. Perciò è assolutamente necessario che confessi a Michele e ai ragazzi l’esistenza di questo diario e affermi il mio diritto di chiudermi in una stanza a scrivere quando ne ho voglia...

Valeria Cossati, protagonista di Quaderno proibito, scritto da Alba de Céspedes nel ’52, è una donna che vive in un momento di transizione tra i valori della famiglia tradizionale e i nuovi valori nati dal consumismo del primo dopoguerra. Valeria vive tutte le contraddizioni che questo cambiamento sociale e culturale suscita, provando in prima persona il dissidio interiore tra il desiderio di non essere più invisibile in famiglia, non essere più considerata solo in quanto madre e moglie, e il bisogno, sempre più vivo, di sentirsi libera da ruoli, di esprimere la propria identità di donna che ama e sente. Valeria, che incarna verosimilmente la donna degli anni ’50 ma ripropone anche problematiche attuali, lavora per contribuire all’economia familiare e invece di trovare nel lavoro il proprio riscatto lo vive come un peso, portandolo avanti come uno sforzo necessario assieme alle faccende domestiche e alla gestione della famiglia. E in questo si confronta con la figlia, che invece rivendica la propria emancipazione, l’indipendenza economica e la libertà sessuale.
Valeria deve mostrarsi sempre invulnerabile, senza tentennamenti o sfumature, perciò è costretta a nascondere il diario in cui registra le sue emozioni e i suoi pensieri, timorosa dei giudizi e del sarcasmo dei figli e del marito. E da qui, da questo rinnegamento, dall’abitudine all’autocensura, sorgeranno i desideri di evasione e quello di un nuovo amore…
Valeria non ha “una stanza tutta per sé” - lo spazio fisico e mentale già rivendicato da Virginia Woolf qualche decennio prima nella più evoluta Gran Bretagna - e anzi non ha neppure un cassetto tutto per sé in cui tenere il diario “proibito” e finisce per nasconderlo nella cesta dei cenci sporchi. Vive così in attesa dei brevi momenti di solitudine e della notte, quando tutti dormono in casa, per potersi dedicare a se stessa, alla scrittura interiore, che è, come per la stessa Alba de Céspedes, uno straordinario mezzo per dare libero corso al “flusso di coscienza”, ai pensieri, ai sogni, ai ricordi, e acquisire così una nuova autocoscienza.

C.L.

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