martedì 13 ottobre 2009

Un diamante grezzo


Vézelay-Parigi 1938-1950

Yvette Szczupak-Thomas
Ponte alle Grazie, 2009
€ 18,00

La terra. Si apre. L’erba cresce. Il profumo sale. La stella riceve… Vengo da altrove, vado altrove.

Un diamante grezzo è l’autobiografia di Yvette Szczupak-Thomas, nata in Borgogna nel 1929 e morta a Gerusalemme nel 2008, da quando lei ricorda fino alla sua partenza per Israele nel 1950.
Data a balia nel piccolo paese di Vaux, a mamma Blanche, Yvette conoscerà per la prima e unica volta nella sua vita il calore e la gioia di una famiglia. Rimasta orfana dei genitori naturali, l’Assistenza pubblica le troverà una sistemazione in una fattoria a Fougilet, “strappandola” a mamma Blanche e papà Edgar. Qui la bambina subisce le peggiori angherie: sfruttata, picchiata, malnutrita, si tiene in vita grazie agli insegnamenti di mamma Blanche. “Devi sempre decidere e agire restando fedele al sentimento che hai della tua verità. Non dimenticare mai che nessuno può sporcarti, sminuirti, umiliarti, se non tu stessa”.
In seguito a un “infortunio sul lavoro”, Yvette viene ricoverata all’ospedale. Dimessa, è tolta alla megera di Fougilet e inviata da Gustave e Fraise, in campagna a Gli Chaumots. Qui, insieme a queste persone semplici che però le vogliono molto bene, la bambina ritrova forze e serenità; siamo nel 1941, la Francia e Parigi sono occupate dai nazisti.
Un giorno del 1942 Yvette viene notata da una coppia di parigini, che, in vacanza nelle vicinanze della fattoria, acquistano da mamma Fraise latte e altri generi alimentari. Si tratta di Christian e Yvonne Zervos, che, osservandola per caso disegnare, intravedono in lei “un diamante grezzo” e ne chiedono l’adozione. Yvette si trasferisce a Parigi con la coppia, che la introduce nel circolo di artisti e intellettuali cui fanno capo Pablo Picasso, Georges Braque, Paul Eluard e René Char. Zervos è infatti affermato collezionista d’arte e, dal 1926, editore della rivista Cahiers d’Art. Yvette, che finalmente può studiare e disegnare, apprezzata per la sua intelligenza e il suo talento, non trova la pace di cui ha bisogno. In questo mondo turbolento, dove i rapporti sono all’insegna dell’ambiguità e della gelosia, non potrà smettere di difendersi.
Nel 1949, gli Zervos le permettono di fare un viaggio in Israele insieme a un loro conoscente, Sacha Szczupak. Durante quel viaggio, a Gerusalemme, Yvette sentirà che lì è il suo “altrove”, che finalmente lo ha trovato e che non dovrà cercare più. Fa ritorno a Parigi, ma nel marzo 1954 lascia definitivamente la Francia, aiutata dalla figlia di Marc Chagall, Ida. Sposerà con Sacha Szczupak e avrà un figlio, Ariel. Il suo certificato di conversione reca il numero 6 dello Stato di Israele.

marinella m.

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